L’Italia consolida l'export di vino sul mercato Usa. Con un incremento del 3,3% in quantità e del 6% in valore nel primo quadrimestre 2013, le esportazioni italiane hanno confermato il trend di crescita dei primi mesi dell’anno, proprio quando il totale delle importazioni Usa hanno accusato un rallentamento di circa il 3 per cento. Lo comunica l’Italian wine & food institute (Iwfi) di New York presieduto da Lucio Caputo, il quale avverte che anche l’Australia, secondo paese esportatore in Usa, è sulla stessa lunghezza d'onda, con un +5,8% in quantità e +8,8% in valore.
Complessivamente l’Italia ha totalizzato nel quadrimestre in esame vendite per 826mila ettolitri e 414,3 milioni di dollari rispetto a 799.540 ettolitri e 390,7 milioni di dollari del quadrimestre corrispondente 2012. L'incidenza italiana (nella foto un bel grappolo di uva Moscato d'Asti) in Usa è pari al 24,9% in quantità e al 32,1% in valore, mentre l’Australia segue con, rispettivamente, il 21,1 e 12,6 per cento. L’import vinicolo statunitense ha totalizzato 3.318.170 ettolitri per 1,29 miliardi di dollari, rispetto a 3.408.320 ettolitri e 1,2 miliardi del quadrimestre dell’anno prima, con una riduzione del 2,6% in quantità e un +7,9% in valore. Questo maggior valore – sottolinea l’Iwfi – denota una generalizzata tendenza in aumento dei prezzi dei vini importati.
In dettaglio, da gennaio ad aprile 2013 l'import di vini australiani hanno totalizzato 698.740 ettolitri per 162,3 milioni di dollari contro 660.600 ettolitri e 149,2 milioni di dollari dello stesso periodo di un anno fa. Il Cile, terzo paese fornitore Usa, ha esportato 650.100 hl per 113,5 milioni di dollari. L’Argentina si è fermata a 355.070 hl e 95,5 milioni di dollari con un crollo del 32% in quantità e del 2,3% in valore. Infine la Francia, quinto paese fornitore Usa in quantità e secondo per valore ha esportato 286.620 hl per 255 milioni di dollari, con un aumento del 12,8% in quantità e valore.