S’è cominciato con le arance, si proseguirà con molti altri frutti, in particolare agrumi. L’obiettivo di base è investire in ricerca per valutare ed eventualmente scoprire opportunità alternative di utilizzo della frutta. Artefice del progetto è il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) che ha avviato un’attività di ricerca mirata a valorizzare la biodiversità genetica e migliorare la qualità nutrizionale della frutta.
Se n’è parlato in un convegno oggi a Milano, nel corso del quale i responsabili del Crea hanno illustrato i risultati di una nuova tecnologia (mild technology) messa a punto per la trasformazione delle arance in succhi senza alterarne le caratteristiche.
Nello specifico questa tecnica, che sfrutta la pastorizzazione del succo d’arancia a basse temperature (36°C) e a moderate pressioni (300 bar), “riduce la quantità di microbi e i danni termici e ossidativi, consentendo la conservazione delle proprietà sensoriali, nutrizionali e organolettiche della spremuta fresca fatta in casa”.
L’esperienza fin qui acquisita – hanno spiegato i ricercatori – ha prodotto risultati duraturi, tanto che alcune aziende partner sella ricerca, attivando tale sistema di pastorizzazione, sono riuscite a immettere sul mercato spremute fresche 100 % di arance rosse con una durata commerciale di 20 giorni.
E non è tutto. Altri studi hanno portato alla creazione di nuove varietà di arance e di nuovi ibridi di mandarini precoci e tardivi, tanto da estendere il calendario di maturazione, i mesi cioè necessari affinché i frutti maturino naturalmente. Alcuni ibridi di mandarino hanno colore rosso e sono la prima cultivar di questo tipo al mondo.
Interessante poi l’applicazione che si può fare con l’estratto di arance rosse per la cura e protezione della pelle. Questo estratto applicato a una specifica crema – hanno spiegato i ricercatori – si rivela efficace contro i danni provocati dall’esposizione della pelle alle radiazioni UVB.
Gli effetti protettivi dell’estratto di arance rosse sembrano essere maggiori rispetto a quelli di altri antiossidante naturali (per esempio il tocoferolo) comunemente utilizzati in cosmetica.