Va alla Marina militare italiana il “Grosso d’oro veneziano” del Premio Masi 2015

Assegnato alla Marina militare italiana il “Grosso d’Oro veneziano 2015” del #Premio internazionale Masi. Questa la scelta fatta dalla giuria della #Fondazione Masi e resa nota dal suo presidente, la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti.
Per la prima volta da quando è stato istituito nel 2003, il “Grosso d’Oro” viene dunque dato a un’istituzione dello Stato italiano. In passato i premiati sono sempre state delle persone fisiche distintesi per l’impegno nel sociale, nella cultura, nell’arte …
Negli ultimi due anni il riconoscimento è andato a due scrittrici che con le proprie opere hanno raccontato con coraggio al mondo le difficili e perfino atroci condizioni di vita nei loro rispettivi paesi, vale a dire l’iraniana Marjane Satrapi (2013) e l’ucraina Svetlana Alexievich (2014).
La scelta di quest’anno ancorché aprire a una “comunità” di persone, premia dunque un’istituzione. Meglio, un’arma militare impegnata nei servizi a difesa della Patria e accanto alla gente di ogni censo, razza e colore.
Nella motivazione, la giuria dice chiaramente che il Premio “Grosso d’Oro veneziano “ è conferito alla #Marina militare italiana in riconoscimento della nobile opera umanitaria di soccorso in mare per migliaia di migranti che da anni rischiano la vita, spesso in condizioni disperate e sottoposti a odioso sfruttamento, attraversando il Mediterraneo in fuga da conflitti, dittature e inumane condizioni di vita”.
E aggiunge che “la Marina, con l’encomiabile impegno dei propri uomini e senza risparmio di mezzi, offre all’Europa e al mondo un grande esempio di professionalità e di umanità”.

È indicativo del tempo che si sta vivendo, il fatto che non pochi giorni fa un altro prestigioso premio – Casato Prime Donne di Montalcino – sia stato assegnato a Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa e Linosa e altra grande protagonista di vicende estremamente dure e difficili da accettare, in un mondo dove a prevalere dovrebbe essere il diritto di essere liberi. Ma così non è.
Per la Marina militare italiana a ritirare il premio Masi 2015 e firmare la “botte di vino Amarone” sarà il Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, sabato 3 ottobre nella sede della Fondazione Masi a Gargagnago di Valpolicella.
Nella stessa occasione verranno conferiti gli altri due premi che la Fondazione promuove da 34 anni: Premio per la “Civiltà Veneta” alla cantante Elisa, al ristoratore Massimiliano Alajmo e allo scienziato e fisico Carlo Rovelli; per la “Civiltà del Vino” al direttore generale dell’Associazione enologi italiani, nonché presidente del Comitato nazionale vini Giuseppe Martelli.

  • Nicola Dante Basile |

    Non condivido la sua visione dei fatti, né penso che l’Italia sia complice dei neo schiavisti. Tutt’altro. I militari obbediscono, ma quell’atto contempla sia la difesa della Patria, sia il sostegno ai più deboli. Senza distinzioni. Condivido invece quanti ritengono che si debba trovare una soluzione politica a un esodo biblico dei nostri giorni.

  • istrian |

    Brutta macchia l’essere diventati oggettivamente complici degli schiavisti magrebini. Invece di difendere i confini della patria, hanno aiutato gli invasori nella loro lenta e inesorabile opera di conquista, andandoli a prendere addirittura al limite delle acque della Libia. Capisco che i militari devono obbedire, ma gli alti comandi avrebbero almeno dovuto far sentire la loro voce chiara e forte di protesta.

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