Si sa che la casa, intesa come abitazione, è tra i beni più importanti ed essenziali per la vita di un essere umano. È desiderio di tutti averne una per sé, per la propria famiglia, per i propri cari. Per questo si è disposti a fare sacrifici e mettere da parte risparmi utili allo scopo. Si calcola che in Italia siano oltre il 75% le abitazioni di proprietà e si sa anche che possedere un immobile costa tantissimo (nella foto: Castel del Monte, Andria).
È di ieri la notizia secondo cui sulle abitazioni vige una pressione fiscale che ha raggiunto valori “stratosferici”: 42 miliardi di euro le imposte pagate dagli italiani nel 2014. Dieci in più rispetto al 2011. Ma costa molto anche mantenere una casa, singola o appartamento in condominio che sia. Nel qual caso vi sono spese che sfuggono al singolo individuo, sicché solo la presenza di un bravo amministratore può fare la differenza tra una sana e una cattiva gestione.
È fin troppo noto il fatto che nei condomini le discussioni tra condomini non mancano; tuttavia un amministratore può, ripeto, fare la differenza. Ma non basta essere brave persone, bisogna che siano anche preparate. Per questo il legislatore ha “inventato” i Corsi di perfezionamento professionali. Come funzionano?
Incuriosito, anche per motivi personali, ho colto un invito dell’Associazione Anaci di Milano e questo mi ha permesso di vivere dappresso uno di questi corsi. Quel che segue è il resoconto della giornata, che qui riprendo in concomitanza con la pubblicazione sulla rivista dell’Associazione.
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Cronaca vissuta di un Corso di perfezionamento professionale: il caso Anaci Milano
<Che dire…? L’ho trovato molto interessante sotto il profilo dell’approfondimento tecnico della materia condominiale. Ma non voglio sembrare scortese, la devo lasciare…, ho gente che mi sta aspettando per cena>.
Sono quasi le 19,00 e la signora Francesca Angelino, da nove anni associata di uno studio milanese che si occupa di consulenza e amministrazione condominiale, è tra le prime a lasciare la Sala Orlando di Confcommercio, sede di conferenze e assemblee professionali, dove di buon mattino (del 24 aprile scorso) è iniziata la “Giornata di studi” che anticipa i “Corsi formativi di aggiornamento per amministratori di condominio” organizzati dall’Associazione di categoria Anaci, sede di Milano, in virtù della riforma di settore del giugno 2013.
L’ultimo intervento, tenuto dal Sostituto Procuratore generale di Milano Giulio Benedetti sul tema delle “Omissioni dell’amministratore di condominio”, si è appena concluso e la signora Angelino si affretta a lasciare la sala, quando chi scrive la intercetta per un commento “a caldo” sui lavori della giornata. E lei, dapprima comprensibilmente stupita per l’inattesa invadenza del cronista, dopo le presentazioni di rito, accenna un leggero sorriso di cortesia e, mentre si riassetta lo spolverino rimastogli penzoloni su una spalla, dice: <Guardi, l’ho trovato davvero interessante e utile per la mia attività. Non solo, ma anche parecchio istruttivo per quanto riguarda i riferimenti legislativi accennati dagli illustri relatori: le casistiche esposte mi hanno dato una visione d’insieme convincente e condivisibile>.
A questo punto, l’idea speranzosa che l’interlocutrice si sia tranquillizzata del tutto agevola la formazione di una seconda domanda. E cioè: le pesa frequentare un corso di tal fatta, che la riforma ha reso obbligatorio?
Immediata e secca la risposta: <Per niente, non lo considero un obbligo>. Quindi lo rifarebbe?
Niente da fare. Il tempo è scaduto e il delicato feeling s’interrompe. E anche se una risposta arriva, si perde nel brusio provocato dalla gente ormai tutta in piedi nella grande sala delle conferenze, mentre la signora Angelino guadagna l’uscita di Palazzo Castiglioni, pregevole esempio di Liberty milanese, opera del primo ‘900 a firma dell’architetto Giuseppe Sommaruga.
Il vostro cronista non ha idea di quanti possano essere stati i partecipanti all’evento, suddiviso in due “moduli” antimeridiano e pomeridiano, con relatori di lungo corso professionale, attivi come magistrati (Giacomo Rota del Tribunale di Milano, Roberto Trilla già presidente di Corte di Cassazione, del già citato Giulio Benedetti), avvocati (Edoardo Riccio, Marina Figini, Gianluigi Frugoni, Marco Dal Toso e Salvatore Smaldone dell’Avvocatura del Comune di Milano, Massimo Ginesi, Alessandro Colombo Fausto Moscatelli. Ermes Gallone), ingegneri esperti di impiantistica (Antonio De Marco, Francesco Burrelli) e persino consulenti parlamentari del Consiglio d’Europa, qual è Claudio Pelis.
Certo è che, da sprovveduto della materia dibattuta, non avrei mai immaginato di vedere una sala da alcune centinaia di posti a sedere praticamente gremita di un pubblico silente. Soggetti di ogni età e sesso, con una prevalenza di figure giovanili tra i trenta e i quaranta che ascolta e prende appunti con compostezza dei messaggi impartiti dagli speaker che si avvicendano sul grande palco. Un modo di fare che da un lato rivela di una comunità di professionisti rispettosi delle regole democratiche e della propria indipendenza operativa e, dall’altro, di una quantità impressionante di altri individui aspiranti professionisti della casa, disposti ad ascoltare e farsi coinvolgere dal verbo dei relatori. Quasi fosse l’occasione di partecipare in diretta a un happening musicale o vacanziero che ha fato in anticipo sold out.
Solo che nel caso specifico non di musica e viaggi si tratta. Ma, appunto, della “Giornata” di studio finalizzata al Corso vero e proprio di aggiornamento per amministratori condominiali che – lo dice il presidente provinciale Leonardo Caruso, dando il benvenuto ai partecipanti – comincerà verso fine maggio ed è aperto a tutti i 1.200 associati della Provincia di Milano. Corsi che Claudio Bianchini di Adaci Lombardia rammenta essere obbligatori per quanti intendano operare in questo campo, sia di nuova che di vecchia generazione. Trattandosi di professione che – come osserva Eugenio Antonio Correale, coordinatore e animatore della “Giornata”, nonché responsabile dell’ufficio studi di Adaci Milano – dal 10 ottobre prossimo <è destinata a segnare un passaggio epocale>, in virtù di una riforma che ha rivisto e in molti casi riscritto completamente leggi e regolamenti (nella foto accanto: case a Milano).
La risposta non c’è bisogno di cercarla altrove, essendo già scritta nell’esito dell’incontro che ha registrato una massiccia adesione di pubblico. A conferma che il Corso di aggiornamento, per quanto obbligatorio sia, non è vissuto come un sacrificio. Ma è considerato un’opportunità di miglioramento della propria carriera. Lo ha detto a chiare lettere la giovane Francesca Angelino, ma anche altri nostri casuali interlocutori, amministratori con un carico d’anni di mestiere sulle spalle, o giovani alle prime armi che hanno deciso di impegnarsi e investire in questa attività.
È il caso di Mauro Farina di Milano, da due anni inserito nell’area gestione condomini di una società immobiliare, che auspica di poter fare altri incontri formativi, magari con la possibilità di una maggiore apertura alle problematiche contabili. O come Maria Bombino Colnago di Busto Arsizio, che da un anno ha avviato un proprio studio di amministrazione condomini (al momento dice di averne 4 in gestioni), sicché il Corso più che un aggiornamento lo considera un vero e proprio momento di apprendimento. Per cui anche se <ha un costo importante>, considerato l’ancora modesto giro d’affari, ella dichiara di trovarlo <essenziale> per il proprio futuro professionale.
Difficile stabilire cosa e quali delle relazioni ascoltate li abbia maggiormente interessati e coinvolti. La risposta più frequente sembra essere anche la più generica, nel senso che si limita a definire <tutto interessante ai fini della formazione>. Quando poi si cerca di scendere più nel particulare guicciardiniano, ecco che la risposta cambia da soggetto a soggetto e il desiderio di ognuno coincide con il problema che più sta a cuore a ciascun amministratore.
Motivo per cui se l’affermato Mario Colombo di Rho – da 26 anni nel settore con 70 condomini in gestione e <140 assemblee l’anno>, puntualizza -, auspica una maggiore attenzione alla normativa, considerato che <il nostro impegno nonostante la riforma, o forse a causa di essa, diventa sempre più complicata e complessa>; per il signor Alessandro … (il cognome si è perso per strada) di Sesto San Giovanni, la questione che più gli risulta indigesta è l’essere a conoscenza di <colleghi associati ad altre organizzazioni sindacali che trovano espedienti tali da permettergli di evitare la frequenza ai Corsi di aggiornamento. Con un notevole risparmio di tempo e di costi>.
Un grido d’allarme, il suo? <Tutt’altro – replica -. La mia vuole essere una richiesta a che tutti osservino la legge. Bisogna finirla con i favoritismi e la nostra Associazione può fare molto in questo senso>.
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