VinItaly già con l’anteprima parte in quarta – Tommasi che compra a Montalcino e i fatturati che crescono

21 marzo, primo giorno di primavera. A Verona c’è l’anteprima di VinItaly 2015 che, con Opera Wine, presenta i vini delle cento marche italiane più gettonate del momento, secondo “Wine Spectator”. Da domani a parlare saranno i vini di tutte le 4.200 aziende espositrici giunte da ogni dove.

Nel frattempo si presentano i partecipanti al primo Via, VinItaly internaztional Academy – 55 giovani provenienti da tutto il mondo con interessi professionali nei settori della ristorazione, dell’ospitalità, della comunicazione …-, che hanno seguito un corso di specializzazione condotto dal professore Ian D’Agata avente per tema la storia, l’economia, la cultura del vino italiano. Finito il corso, ecco il premio finale e la spilla d’onore appuntata sul petto dei primi cinque “Ambasciatori del vino italiano nel mondo”. Ma anche un riconoscimento particolare a chi ha contribuito all’iniziativa, andato alla cantina veneta Tommasi, nome insigne nella produzione di pregiati vini Veronesi.

Si tratta della stessa azienda che l’altro ieri ha firmato l’acquisizione di una tenuta di 55 ettari, di cui 23 di vigneti a Montalcino, patria del Brunello dove una manciata di giorni fa c’è stata l’operazione chiusa dalla società Carpineto di Greve.

Per restare alla Toscana, ecco Frescobaldi annunciare di avere chiuso un buon 2014 a 85,8 milioni di euro, in crescita del 2,8% rispetto al 2013. Il meglio è che questo risultato è spinto dall’andamento del mercato domestico, cresciuto del 6,3%, dopo il +6,1% del 2013 sull’anno prima. Con l’export che pesa per il 68% e in ottima forma (+4,8%).

Ora, se Tommasi e Carpineto hanno acquistato vigneti, e il business di Frescobaldi cresce, Santa Margherita fa l’una e l’altra cosa insieme.

Il gruppo presieduto da Gaetano Marzotto, che quest’anno festeggia gli 80 anni di attività, ha appena chiuso il bilancio con un +7,8% a 110 milioni di euro. Una crescita conseguita sia sul mercato interno che all’export, dove si esporta il 63% della produzione. Ebbene, l’a.d. Ettore Nicoletto, oltre ai dati di gestione, ha pure ammesso di monitorare il paese per una possibile nuova acquisizione.

Dove?, non l’ha detto. “Radiovino” però racconta di contatti avviati con un importante brand del Friuli Venezia Giulia, quasi al confine con la Slovenia. Forse non è e non sarà l’unico. Certo è che a noi ora piace sapere che intorno al vino c’è una nuova vitalità che monta.

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