Il consolidato 2013 del Gruppo italiano vini (Giv) chiude a 348 milioni di euro, in crescita del 3,2% sull’esercizio precedente e con l'export in 85 paesi che sposta l’asticella al 73% del consolidato stesso.
È quanto riporta una nota del Gruppo guidato da Corrado Casoli, presidente (foto accanto), e Davide Mascalzoni, direttore generale (foto sotto), nel quale si parla anche di netto miglioramento della redditività – l’Ebitda è stato pari a 23,9 milioni, con risultato finale di bilancio consolidato a 2,3 milioni – e della posizione finanziaria sul medio-lungo termine che risulta essere “ben al di sotto dei mezzi propri”. Di un gruppo che dispone di un patrimonio netto di 135 milioni di euro, controllato da Cantine Riunite& Civ e con un partner privilegiato all’8% come l’Isa che fa capo al ministero delle Politiche agricole.
C’è dunque di che essere di buon umore al vertice del maggiore network vitivinicolo italiano che ha chiuso con una serie di segni positivi un anno che di positivo ha dato poco. Soprattutto sul fronte domestico, dove la congiuntura economica continua a restare impantanata e con i consumi di vino soggetti a grasse filettature: -6,5% secondo IRI nel canale moderno. A questo si aggiunga un particolare di Gruppo che ha visto nel 2013 il trasferimento interno della divisione Coltiva alla capogruppo Riunite& Civ.
Sul fronte operativo si segnala il prosieguo del piano di sviluppo per singole marche (il Giv possiede 11 grandi aziende-marchi distribuiti in più regioni italiane con 1.340 ettari di vigneti), con Bolla che per fatturato si colloca al vertice della catena, seguita da Cavicchioli e Folonari, quindi Lamberti, Santi, Formentini, Melini, Bigi, Fontana Candida, Rapitalà, Castello Monaci e Terre degli Svevi. A questi vanno aggiunti i marchi distribuiti non di proprietà, come Carpenè Malvolti, Monogram e Bellei spumanti metodo classico e Lambrusco.
Sul fronte estero, da segnalare le controllate storiche come Frederick Wildman, importatore e distributore con sede a New York (111 milioni di dollari (+5,9% di fatturato 2013) e Carniato Europe di Parigi (59 milioni di euro: +5,5%). Oltre alle new entry commerciali controllate direttamente dall'Italia: così è per Giv Germania, Cechia, Regno Unito e Cina.
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