Le inchieste di“TerraNostra”: il Prosecco (1)
“Roba da stropicciarsi gli occhi”. Così l’incipit dell’articolo postato su “TerraNostra” a metà gennaio e dedicato all’andamento dell’export 2013 di vino spumante made in Italy (+15%), con il Prosecco protagonista di punta a +30 per cento.
Il tempo che la notizia girasse in rete, ed ecco il Governatore del Veneto Luca Zaia parlare di “rivoluzione del Prosecco” che, con i suoi 315 milioni di bottiglie (di cui 75 milioni di prodotto più nobile Docg), ha raggiunto i consumatori di mezzo mondo, dove è destinato il 60% dell’offerta totale. Attirandosi anche l’attenzione di non pochi profittatori e scopiazzatori che, da sempre, vanno come api al miele. E pensare che appena tre lustri fa il Prosecco faceva fatica a passare il Rubicone, verso Sud e l’arco alpino, verso Nord. Persino nella “Milano da bere”, città cosmopolita e anticipatrice di mode e costumi, era diffuso tra i meneghini chiedere al barista il solito e anonimo “prosecchino”. Nome d’àntan tuttora pieno di insidie. Per questo ha ragione da vendere Zaia (foto sotto), quando parla di “rivoluzione del Prosecco”.
Una rivoluzione dal percorso ben definito, iniziata quand’egli era ancora assessore regionale e portata a compimento da ministro dell’Agricoltura – uno dei più incisivi degli ultimi decenni, con uno sguardo aperto alle problematiche della filiera dell'intera Italia, indistintamente da Bolzano a Canicattì -, supervisore nel 2009 dell’accordo tra vignaioli veneti e friulani e relativa estensione del territorio di produzione: 26mila ettari dislocati tra Asolo e il villaggio carsico di Prosecco. Donde la denominazione di origine, con distinguo finale tra Doc e Docg, che ha legato indissolubilmente il nome del vino al territorio omonimo. Un particolare, questo, che si è rivelato fortemente strategico nell’affermazione a livello internazionale dello spumante ottenuto da uve Glera. Al punto che lo stesso Zaia, con spavalda sicumera non ha esitato a parlare di “sorpasso sullo Champagne”.
Su questo, però, ci sarebbe da fare una diversa riflessione, posto che l’affermazione odori di circostanza. Dovuta, cioè, all'entusiasmo per l'ottima performance mercantile ripetutasi per più annate. Basti dire del solo 2013 che, a detta del presidente del Consorzio di tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette, ha portato all’immissione nel circuito commerciale di oltre 30 milioni di bottiglie (di solo prodotto Doc), in più rispetto a quanto fatto brillantemente già nel 2012 e nei due anni precedenti. Numeri da primato, dunque. Per giunta conseguiti in concomitanza di congiunture economiche tutt'altro che positive. Ma per i produttori di Prosecco la questione, buon per loro, non li ha sfiorati. Al punto che lo steso Zanette ha preconizzato per "obiettivo finale" il raggiungimento di 400 milioni di bottiglie <da stappare in ogni angolo del mondo>.
NOn si sa quando questo dovrebbe avvenire. Ma dato il trend in atto, non dovrebbe tardare molto. Solo allora il sorpasso sarebbe, almeno sulla carta, un fatto compiuto. Questo per via dell’assoluta incomparabilità competitiva tra i due campioni: il Prosecco segue un processo di rifermentazioni in grandi recipienti e, al suo interno, vede la presenza di due Consorzi di tutela, con prodotti similari ma non simili e pertanto rispondono a denominazioni diverse (Docg e Doc), che perseguono logiche gestionali che non sempre collimano; lo Champagne, invece, è ottenuto da uve in prevalenza Chardonnay e Pinot nero, matura in bottiglia e ha un unico Centro di coordinamento e tutela della denominazione, Civc. Di più. Oltre a queste differenze metodologiche e normative ve ne sono altre da considerare. Una per tutte: la variabile culturale, che nel caso dello Champagne è una costante storica plurisecolare ben consolidata. Per il Prosecco è tutto un felice divenire, a cui auguro lunga vita. (1, continua)
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I numeri 2013 del Prosecco Docg
Superficie: 6mila ettari, di cui 107 nell’area Cartizze
Produttori di spumante: 168
Produzione: 69 milioni di bottiglie
Export: 45%
Valore: 450milioni di euro
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I numeri 2013 del Prosecco Doc
Superficie: 20mila ettari, di cui 16.500 in Veneto e 3.500 in Friuli Venezia Giulia
Produttori di spumante: n.d.
Produzione: 243 milioni di bottiglie (+24% sul 2012)
Export: 60%
Valore: n.d.
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