“Foglie di té”, la leggenda della bevanda più antica, secondo Elisabetta Illy

 

 

“Inseguire un profumo, rincorrere una passione, onorare un impegno. Un racconto per immagini, parole, sorrisi e storie, di felicità, ma anche di commozione, di un viaggio nella valorizzazione del territorio, della cultura e del prodotto restituendo identità e dignità, a popoli che forse ne hanno di meno di quanto se lo meritino. Il profumo, quello dei prodotti della terra, una passione, quella per la fotografia ed i viaggi, un impegno, quello di far emergere la cultura e l’enorme valore che questi prodotti generano”.

 

Illy ElisabettaHa tutto per essere un racconto che parla dei luoghi dell’anima e della natura, quello che si appalesa sin dall’incipit del nuovo libro “Foglie di tè” di Elisabetta Lattanzio Illy (foto) edito da Gribaudo Editore e in libreria da mercoledì 27 novembre. Un racconto a tutto tondo su uno dei frutti esotici più antichi e consumati della terra, il tè. Un racconto che pagina dopo pagina, foto dopo foto aneddoto dopo aneddoto ti rapisce dolcemente per trasmetterti la fantasia di volare per luoghi lontani, vivere vicende inimmaginabili conoscere persone che mai prima d’ora avresti pensato d’incontrare. Per questo, arrivati all’ultima pagina, hai la strana sensazione che per un tempo indecifrabile sei stato lontano dall’oggi, con le membra sprofondate in poltrona ma l’immagine intatta di paesaggi naturali fatti di montagne, ruscelli e campi verdi. Di tè.

 

A rompere l’incantesimo ci pensa l’ennesima tazza del caldo infuso che continui a sorseggiare apprezzandone l’aroma, mentre la realtà si scontra con i luoghi che l’autrice chiama “… i Paesi del Sud del mondo, l’Africa, l’America latina, l’India, la profonda Cina e tanti altri ancora …”, dove la “… natura è capace di generare armonia, semplicità, gioiosità …”, mentre “…i popoli vivono ancora in una situazione di assoluta diseguaglianza…”.

 

Foglie di tèÈ un “viaggio a sud delle nuvole” quello che con grande eleganza si descrive in “Foglie di tè” (nella foto: la copertina del libro). Un viaggio che compendia la storia del tè nel tempo e nello spazio (geografico) cercata ai confini del mondo con l’inseparabile macchina fotografica al collo e, in quanto al prodotto, rivelata al lettore attraverso le “…piantagioni sconfinate dello Yunaan, (dei) giardini di Shizuoka e Kyoto, (del)l’enigmatica Darjeeling, e (del) verde Sri Lanka”. Per scoprire , infine, l’anima del tè verde, dell’imperiale bianco, dei raffinati oolong, dei tradizionali tè neri e dei mélange europei. E soprattutto per raccontare una storia di incontri, di tradizioni, di culture remote, di donne e uomini che vivono e interpretano la bevanda del té come fondamento di un’esistenza: dalla raccolta all’appassimento, dalla fermentazione all’essiccamento, fino a ottenere infinite varietà da gustare e degustare. Il tutto, fatto – come racconta Elisabetta Illy – “… in punta di piedi”, spogli “…dei nostri usi e consumi, dei nostri dogmi, del nostro conformismo”, lasciando “che sia il cuore a spingere la nostra curiosità…” verso la scoperta.

 

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Qui di seguito riprendo due racconti, che TerraNostra  pubblica in anteprima, per gentile concessione dell’autrice e della casa editrice.

 

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Lo Yunnan, il precorso del Tè

 

Yunnan, letteralmente “a sud delle nuvole”, è una provincia cinese, all’estremo sud-ovest della nazione che, la storia, designa come la culla della pianta del tè. Qui, 2,100 anni orsono venne “addomesticata” la pianta del tè, sino ad allora cresciuta in maniera selvaggia.  Un mondo dove la leggenda e storia non hanno confini ben definiti.

 

Il tè ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti, ha infervorato sogni e soprattutto è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. La guerra dell’Oppio inglese e quella d’Indipendenza americana sono proprio scaturite da problematiche commerciali relative alla vendita del tè e al suo prezzo elevatissimo.

 

Prima di divenire una bevanda popolare, conosciuta nel mondo intero, prima di essere, nel XVII secolo, oggetto di snobismo esotico per l’aristocrazia inglese _ “una bevanda senza avvenire in questo paese” – faceva notare la borghese inglese Samuel Pepys sul suo noto Journal -, il tè è una pianta  mitica, insieme simbolo di spiritualità e di cultura del continente asiatico.

 

Sebbene l’arte di preparare il tè si sia certamente sviluppata in Cina, nessuno sa con esattezza l’epoca alla quale risalgono le sue origini. Il tè, dopo l’acqua, è per eccellenza la bevanda più antica e consumata della terra. Dalla Cina, , va progressivamente a toccare l’ Asia orientale, il Medio Oriente, l’ Europa e l’America.  Una storia che risale a più di 5000 anni fa ed è ancora avvolta nel mistero. Due  millenni occorrono per tracciare il suo consumo attraverso tre fasi: il periodo del tè bollito, sotto i Tang (618 – 907),  quello del tè battuto sotto i Song (960 – 1279), quello del tè infuso, con i Ming e i Quing (1368 – !911).

 

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Storie e leggende

 

All’ epoca dove gli dei non erano ancora degli uomini, ma dove gli uomini erano ancora un po’ degli dei, l’ultimo dei tre imperatori cinesi Shen Nong incappò accidentalmente in una scoperta che cambiò le sorti dell’umanità. A lui, studioso erborista, il cosiddetto “padre dell’agricoltura”  (era soprannominato anche Contadino Divino e regnò dal 2737 al 2697 a. C.) si attribuiscono la creazione del riso, del grano, del sorgo e del miglio. Per prevenire le malattie, si era convinto che fosse indispensabile bere acqua bollita, abitudine che aveva imposto a tutti i sudditi cinesi.
Un giorno, nel lontanissimo 2737 a.C. Shen Nong si era seduto all’ ombra di un albero di tè selvatico. Una leggera brezza di vento arrivò improvvisa e staccò alcune foglie dall’ albero. Queste volteggiarono e finirono per cadere nell’ acqua che l’ imperatore stava facendo bollire per suo consumo. Al suo risveglio, nella tazza trovò la prima infusione di tè della storia: la assaggiò e la trovo deliziosa, scoprendo aromi e fragranze uniche e molto piacevoli. Assaggiata la nuova bevanda, Shen Nong si sentì pervaso da una sensazione di benessere generale e decise di creare un giardino di tè proprio su qual campo. Nello stesso tempo incoraggerà i suoi sudditi a dedicarsi a questa coltura ed a fare del tè la loro bevanda preferita.
Shen Nung aveva scoperto la bevanda del Tè.

 

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(Elisabetta Lattanzio Illy, triestina di nascita, una laurea in Economia internazionale e madre di tre figlie, è una donna che ama viaggiare. Pubblicista e una grande passione per la fotografia, collabora con riviste di costume ed enogastronomia. “Foglie di Tè” è il suo secondo libro, dopo “L’Aroma del Mondo, un viaggio nell’universo e nell’emozione del caffè”, Hoepli editori, 2010).