In cinque anni di crisi un milione di italiani ha rinunciato al vino

La buona notizia racconta che il vino è la bevanda alcolica preferita dagli italiani. Lo è tuttora, nonostante da un quarto di secolo continui a perdere per strada scampoli di domanda. Secondo i dati Istat elaborati dall'Uiv, lo bevono quotidianamente il 32% degli uomini e il 12% delle donne, per un totale di 14 milioni di individui, pari al 26,5% della popolazione con età superiore a 11 anni. Messa così, aggiungiamo noi, vuole dire che, esclusi i fanciulli, i consumi medi viaggiano intorno a 44 litri pro-capite. Pressappoco la metà dei primi anni 80 del secolo scorso. E questo, è comprensibile, non fa certo felici i cantori di Bacco, produttori in testa.

Ma c’è un’altra notizia, questa volta di segno opposto, che non solo preoccupa ma mortifica anche. Riguarda il numero dei consumatori abituali di vino. La notizia dice anche che, in soli cinque anni, dal 2008 al 2012, gli anni della crisi, questi consumatori siano diminuiti di numero: da 15 a 14 milioni di persone.

Ora, dato che la totalità degli italiani che consuma vino si aggira sui 28 milioni,  la nuova statistica ci rivela di un aggancio tra le due categorie di “abituali” e “saltuari”. Un aggancio che fino a una manciata di anni fa sembrava non dovesse mai verificarsi, come peraltro sembrava impossibile che a rinunciare al nettare quotidiano potessero essere persone adulte. Per intenderci, la fascia oltre i 40 anni che, da sempre, ha costituito lo zoccolo duro dei consumatori di vino in Italia.

  • enrico |

    preferirei leggere articoli scritti in italiano e non pieni di errori…

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