<Sull’articolo 62 non c’è alcuna spaccatura con Confindustria, tant’è che in questi giorni abbiamo continuato a lavorare insieme per introdurre semplificazioni nell’applicazione della legge>. Così il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua, sull’introduzione del famoso articolo del decreto Salva Italia che fissa i termini di pagamento dei prodotti alimentari a 30 giorni, per i deperibili, e 60 per tutti gli altri. Una dichiarazione che getta acqua sul fuoco su uno “scontro”…
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.. che Federalimentare
dice di non avere mai alimentato e che, tuttavia, alcuni avevano intravisto
nella lettera inviata una settimana fa dallo stesso Ferrua al numero uno degli
industriali italiani Giorgio Squinzi.
Intervenuto ieri a Milano alla
presentazione di Cibus 2014 a
Parma, Ferrua ha detto di <non essere preoccupato> sull’applicazione o
meno dell’articolo in quanto <si tratta di una legge dello Stato>; dunque,
non resta <che metterlo in pratica>. Una posizione del tutto condivisa
dal presidente dei Giovani della stessa federazione, Annalisa Sassi, secondo la quale
<l’articolo 62 è un salto di civiltà: in tutti gli altri paesi ci sono
termini precisi che regolano i rapporti tra chi produce e chi vende, e non v’è
ragione per cui in Italia questi rapporti non debbano essere regolati>.
L’occasione
è servita anche a fare il punto sull’andamento del settore, che presenta una
duplice lettura: in negativo, per quanto riguarda il mercato domestico, cui
fortunatamente fa da contraltare un incoraggiante segno positivo all’export.
Infatti, nel 2012 i consumi alimentari (130 miliardi di fatturato) hanno continuato a perdere vigore,
cedendo il 3%, con accumulo nell’ultimo quinquennio di un -10 per cento. A questo segno fortemente penalizzante ha fatto da
contraltare l’export, grazie al quale molte imprese sono riuscite a tenere testa alla debolezza della domanda interna. Ebbene le esportazioni
hanno sfiorato per la prima volta i 25 miliardi di euro (+7% sull’anno prima),
a fronte di importazioni per 19 miliardi e, dunque, con un saldo positivo della
bilancia commerciale di 6 miliardi.
Export a gonfie vele, dunque, e trend che
continua su questa scia anche nella prima parte del 2013 (+4,7% nel bimestre gennaio-febbraio). E con
Fiera di Parma e Federalimentare che mettono in linea una batteria di nuove
iniziative (Cibus market check, Thaifex di Bangkok, Cibus grobal forum)
finalizzate al sostegno delle imprese, in particolare le piccole e medie, che
intendono portare sui mercati internazionali la tavola made in Italy,
affiancati da un partner come Cibus.