Il 2013 è stato ancora un anno di <difficoltà> per l’agricoltura italiana. Il settore, nonostante abbia reagito alla crisi meglio di altri comparti dell’economia, <è stato costretto ad affrontare sfide complesse, con pressanti problemi legati soprattutto alla crescita dei costi produttivi, contributivi e burocratici, tra il 7 e l’8 per cento in più sul 2012, che stanno fiaccando il valore delle imprese, incrinandone pericolosamente la competitività>.
A dirlo, con tutta la preoccupazione del caso, è il presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Giuseppe Politi, secondo il quale <difficoltà evidenti sono riscontrabili nel valore aggiunto agricolo (atteso in diminuzione dell’1,4%), mentre sul fronte della produzione, anche a causa delle cattive condizioni climatiche che hanno contrassegnato l’anno passato, si dovrebbe registrare un calo tra il 3 e il 5 per cento>. stesso discorso per i prezzi all’origine che, secondo la Cia, accusano una flessione del 3% circa, <dovuta al repentino mutamento del trend positivo intervenuto negli ultimi due trimestre dell’anno>.
Di diverso segno, invece, è lo scenario per quanto concerne i redditi degli agricoltori <che – sostiene Politi – dovrebbero segnare un sostanziale aumento: +8,9%, come confermerebbero anche le prime stime di Eurostat>. Un dato che andrebbe considerato alla luce del -15,7% che gli agricoltori italiani hanno subito negli ultimi dieci anni”. Per questo il presidente della Cia ripone molte speranze nel buon andamento delle esportazioni, vero e proprio toccasana per il sistema agroalimentare nazionale. Al riguardo le stime dell’export made in Italy 2013 sono per un nuovo record, con valore assoluto intorno a 34 miliardi di euro, in crescita del 6 per cento.
Quanto alle attese per il 2014, il presidente della Cia auspica un maggiore dinamismo e concretezza da parte delle “istituzioni” nel <dare risposte efficaci attraverso leggi e regole che permettano al settore di riprendere con vigore la strada dello sviluppo e della competitività>. Questo perché <gli agricoltori, stanchi dalla mancanza di politiche agricole organiche, hanno necessità di fatti tangibili e strumenti operativi finalizzati a far quadrare i conti