Il meteo preannuncia tempo soleggiato per domenica 25 maggio su tutta la Penisola. Una buona notizia, quanto mai augurale per i cinque o sei milioni di italiani che, scarpe comode e testa per almeno un giorno lontana dalla crisi, visiteranno incuriositi le mille-e-una delle aziende agricole che partecipano alla giornata di “Cantine aperte”. Un evento ormai entrato nel costume del Paese.
Anzi, una vera e propria kermesse allargata che, anno dopo anno, riesce a coinvolgere un numero sempre maggiore di gitanti festosi: famiglie intere con nonni e neonati al seguito, gruppi di amici, coppie e semplici curiosi che in macchina, moto, bici e ogni altro mezzo di locomozione vanno di cantina in cantina, degustano vino, assaggiano pane condito con olio, pizzicano formaggi, spellano salumi e assaporano carni alla brace (nella foto, pane, olio e gallo nero). Allietati da musica e balli all’aria aperta.
Una festa, dunque. Nata da una felice intuizione di Donatella Cinelli Colombini che, già fondatrice nel 1993 del Movimento Turismo del vino, si fece anche promotrice di questo format che per la prima volta apriva le porte delle cantine a una moltitudine di persone che mai fino ad allora aveva varcato la soglia di un enopolio. A lei, quindi, l’onore della prima di queste pennellate che anticipano in modo del tutto parziale il fare di domenica prossima, lungo il crinale di Bell’Italia.
L’appuntamento è al Casato Prime Donne di Montalcino, dove Donatella, Stefano e la loro figlia Violante con il fido Felix (nella foto) riceveranno gli ospiti e gli “amici a quattro zampe” liberi di correre lungo un percorso di trekking, tra filari di Brunello e opere d’arte di artisti campestri toscani. (info: www.cinellicolombini.it – tel. 0577.662108).
Dalle crete senesi alle terre del Gattopardo, dove nei luoghi storici di Donnafugata, a Marsala, già si respira aria di novità che il visitatore potrà scoprire con la famiglia di Giacomo Rallo, che parla di <viaggio multisensoriale, in cui il vino si intreccia con la musica>. Tema ancorché caro a José Rallo (foto accanto) e al suo gruppo di blues, nonché filo conduttore che il Movimento Turismo del Vino ha scelto per questa edizione dal contest #suonodabere. Si comincia con la visita guidata della cantina, si parla di sostenibilità e impatto ambientale, si fanno degustazione alla cieca e poi musica, musica, musica da Chopin a Elton John. (Info: enoturismo@donnafugata.it,- tel. 0923.724245/63).
Le cantine di Lungarotti, a Torgiano, bissano l’esperienza di un anno fa, con il “wine safari express”, il trenino che porta grandi e piccini a conoscere da vicino le vigne, l’uva, il vino, la cantina, seguite da piacevoli conversazioni sulla cultura enoleica e visite guidate agli interessantissimi Museo del Vino e Museo dell’Olivo e dell’Olio. (Info: www.lungarotti.it – tel. 075 9886649).
Di olio e di vino si parlerà e degusterà alla tenuta agrituristica de Il Picciolo di Reggello (foto accanto), nel Valdarno, dove i titolari Riccardo e Grazia Busso per l’occasione accompagneranno gli ospiti in rilassanti passeggiate tra campi terrazzati di ulivi, vigneti e boschi. E poiché la vita di campagna stimola l’appetito, ecco gli assaggi offerti di “fetunta”, le mitiche fette di pane toscano tostato e opportunamente imbevute di olio extravergine della stessa tenuta, con assaggi di antipasti e prosciutto del Pratomagno, ribollita, tagliatelle al ragù e pecorino: tutti prodotti del territorio che la cucina di Grazia elabora nel rispetto più assoluto della tipicità e della tradizione. (info@agriturismopoderepicciolo.com – tel. 055 86.52165).
Dalla Toscana alla Romagna il passo è spedito, come facile è passare da un calice di Sangioveto chiantigiano a uno di Sangiovese romagnolo come il “Predappio di Predappio Vigna del Generale”, tre bicchieri del Gambero rosso, prodotto dalla Fattoria Nicolucci a Predappio Alta. Per il giovane Alessandro Nicolucci (foto accanto), famiglia di vignaioli da quattro generazioni, l’occasione di Cantine aperte è <un appuntamento imperdibile per fare cultura e comunicare correttamente il vino>. Enologo formatosi alla scuola di Conegliano Veneto, Nicolucci ci tiene a fare sapere che <conoscere bene le vigne è fondamentale per fare un buon vino>. Che poi dev’essere, appunto, comunicato in modo appropriato. <E Cantine ape
rte – dice – risponde anche a questo>.(http://www.vini-nicolucci.it/ – Tel. 0543 922361).
Lupus in fabula, ecco che da Conegliano i responsabili della Carpené Malvolti si preparano a raccontare ai visitatori di domenica una <winestory tutta da scoprire> di una delle prime aziende che hanno posto le basi allo spumante made in Italy. È stato Antonio Carpené, uomo di scienza e artefice della nascita della prima (con Alba) e tuttora efficiente Scuola di enologia in Italia, a piantare il seme che ha portato alla nascita del Prosecco. Era il 1868, quasi un secolo e mezzo fa. Una storia di leadership che i gitanti non faticheranno a scoprire, degustando il nettare di Bacco ottenuto da grappoli d’uva che la natura offre senza nulla chiedere, mani esperte hanno imparato a lavorare e il tempo conserva per il consumatori di domani. (www.carpene-malvolti.com – 0438.364611).
La stessa storia antica e intrigante che si respira a Castello di Luzzano (foto) di Giovannella Fugazza tra le colline di Castel San Giovanni e Santa Maria della Versa, nel Pavese, terra di grandi rossi che la dinamica vignaiola ha voluto chiamare con nomi insoliti (“Umore nero” il Pinot nero e “Sommossa” la Bonarda) e sensibili come le due etichette di bianco Malvasia: “Sfacciata”, per la versione “dolce, frizzante, dal corpo provocante” e “Ficcanaso”, per la versione “secca, allegra, colta in fragrante”. Vini rossi, bianchi e ora anche il rosè “Elle” che i visitatori di Cantine aperte avranno modo di degustare e persino sorprendersi, visitando una geniale mostra di pesci disegnati su carta che sguazzano allegoricamente nel vino, opera di un maestro della grafica come Fabrizio Sclavi, e le sculture agresti di insetti giganti, opera dell’artista autodidatta marocchino Moustafà Maaroufi. (info: www.castelloluzzano.it –tel. 0523.863277)
Cantine aperte, dunque. Una festa nella festa che avvicina le genti, accende la curiosità, mette insieme i sapori e i saperi della nostra civiltà e crea le attese per il nuovo che, comunque, è dietro l’angolo. E aspetta di essere vissuto.
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