In cinque mesi di #ExpoMilano 2015, il #Padiglionevino è stato visitato da più di 1,5 milioni di persone. Di queste, un terzo ha voluto fare anche una o più degustazioni, scegliendo tra 3.600 etichette provenienti da ogni angolo della Penisola ed esposte nella biblioteca-enoteca del Padiglione.
Di più. Il Padiglione è stato centro di incontri istituzionali anche internazionali, ha ospitato centinaia di eventi, convegni, delegazioni commerciali e molto altro ancora. Tanto che in una nota di Veronafiere – Ente a cui il ministero dell’Agricoltura ne ha affidato la gestione -, il direttore generale Giovanni Mantovani, parla di “missione compiuta e obiettivi”, presi nell’ambito del Comitato scientifico presieduto da Riccardo Cotarella, “rispettati”; e non esita a prevedere in due milioni il totale dei visitatori a fine ottobre, data di chiusura di Expo.
Il dato dei visitatori a settembre comunque suggerisce due semplici osservazioni.
La prima è che il vino, ovviamente insieme al cibo, si è rivelato un importante totem attrattivo per l’Esposizione stessa. Vale la pena aggiungere che quella di Milano è stata la prima, dopo 164 anni dall’edizione di Londra 1851 (The Great Exibition of the Works of Industry of all Nations – Victoria and Albert Museum), a dare al vino un ruolo centrale nelle relazioni economiche, politiche e socioculturali tra paesi.
La seconda osservazione che suggerisce è che il Padiglione vino di Expo 2015, il cui successo in sé è confermato dall’enorme affluenza di visitatori provenienti a getto continuo da tutto il mondo, si è rivelato un formidabile veicolo di comunicazione, una vetrina internazionale senza confronti. E per di più, luogo di incontri istituzionali, scientifici, commerciali e di diffusione della cultura enoica. Un luogo, cioè, dove ogni produttore vorrebbe stare con le proprie bottiglie.
Come appare lontano il tempo in cui (ancora pochi mesi fa) non pochi addetti ai lavori, interpellati a commentare l’idea del Padiglione, esternavano scetticismo a ettolitri. I fatti, fortunatamente, raccontano di tutt’altra storia. Con il presidente di Veronafiere Ettore Riello che riferisce di un <bilancio positivo che va oltre i numeri>, riferendosi <all’interesse sociale e culturale che i visitatori hanno dimostrato di avere per le nostre produzioni enologiche> ed esaltando <il lavoro di squadra compiuto e l’attivismo di quanti hanno creduto nel progetto di Expo e del Padiglione del vino>.
Un lavoro che continua più intenso che mai, visto il calendario di eventi che il Comitato scientifico ha pianificato per l’ultimo mese di apertura di Expo, cominciado a coinvolgere personaggi dello spettacolo, della politica, dell’imprenditoria che hanno investito nella vigna. E per questo, chiamati a raccontare come interpretano il “loro” vino.
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