Per la prima volta il prestigioso riconoscimento de L’Académie Internationale assegnato a un’istituzione italiana – Premio “Chef de l’Avenir” a Pier Giorgio Parini de “Il Povero Diavolo” e quello per la “Littérature Gastronomique” allo scrittore Renzo Pellati.
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Per iniziare “asparagi al limone e angelica”, quindi un primo di “riso e stridoli” seguito da un “sotto #filetto di #vitello gratinato alle erbe”, una “selezione di #formaggi” e da “sfoglia croccante di #gianduia e rabarbaro”, infine piccola #pasticceria. Per i #vini: due eccellenti bianchi Igt (Ca’ Brione Nino Negri e Chardonnay Gran Cru Rapitalà), un superbo rosso (Vigneto Fracia Valtellina Superiore Docg) e per il dessert un vellutato Cielo d’Alcamo Vendemmia Tardiva. A chiudere, #caffè espresso #illy.
Ce n’è abbastanza per stropicciarsi gli occhi e pregustare specialità gastronomiche tutt’altro che comuni, la cui descrizione lascio che a farla siano i gastronomi di professione. Tuttavia non rinuncio a darne notizia, se non altro per rendere giustizia alla bravura della brigata di aspiranti cuochi (veri e non virtuali) che hanno preparato codesto menu. Averlo fatto sotto la regia dei maestri della #Scuoladicucina #Alma di Colorno e la consulenza dello chef romagnolo Pier Giorgio Parini, due #stelleMichelin, del #ristorante “Il Povero Diavolo” di Torriana di Rimini. E averlo servito con i guanti bianchi a un gruppo di fortunati ospiti nel salone delle feste della bella Reggia di Colorno (foto accanto), a pochi chilometri dal centro di #Parma.
L’occasione di tanto ben-di-dio torva origine in un evento che non capita a caso e, per quanto coinvolga l’Italia, terra ben nota di osannate cucine, non accade di frequente.
Anzi, a dirla tutta è la prima volta che succede in Italia e si svolge per volere della massima istituzione culinaria mondiale, qual è l’Académie internationale de la Gastronomie con sede a Parigi e ramificazioni nei quattro continenti. Il cui presidente, il francese Jaques Mallard (al centro della foto con il cuoco Pier Giorgio Parini e il presidente dell’Accademia italiane della cucina Giovanni Ballarini), è intervenuto personalmente all’evento, per consegnare il “Gran Prix de la Culture Gastronomique” a un ente italiano. Ovvero alla Scuola internazionale di Cucina “Alma” frequentata dagli aspiranti cuochi citati, il cui rettore, guarda un po’, è un giovanotto di 85 anni che di nome fa Gualtiero Marchesi.
Chi sia il Gualtiero nazionale ve lo risparmio, supponendo che tutti sanno molto di lui. Aggiungo solo il non banale appunto che dalle sue cucine di Bonvesin de la Riva, de #l’Albereta, del #Marchesino di Piazza Scala, in quasi 70 anni di servizio, sono passati molti tra i più bravi cuochi nazionali che oggi vanno per la maggiore. Compresi i tanti chef che si dilettano a bucare il video con programmi dedicati al cibo.
Al nostro, invece, piace dilettarsi nella lettura e nella scrittura, ascoltare musica e discettare in merito, conversare di filosofia, storia e naturalmente di #cucina e #alimentazione. Senza per questo fare venire meno la sua preziosa vicinanza alle nuove generazioni di cuochi, svelando loro i segreti che danno lustro alla tavola italiana nel mondo. Il che spiega anche il ruolo di ambassador per la cultura della cucina che #Expo Milano 2015 ha voluto riservargli per l’occasione.
Insomma un protagonista influente della cucina. Come di peso è diventata anno dopo anno la scuola Alma fondata nel 2003 da un gruppo di amici parmigiani capitanati da Albino Ganapini, allora top manager del gruppo #Barilla.
In una dozzina di anni si contano in alcune decine di migliaia i giovani cuochi che, formatosi nelle aule della Scuola di Colorno, ora hanno nomi affermati e prestano la loro opera in rinomati e prestigiosi ristoranti di mezzo mondo. Attualmente sono 1.500 gli studenti che frequentano le aule della Reggia, potendo optare per materie diverse che vanno dall’apprendimento di quanto c’è da sapere stando ai fornelli eo servizio in sala, seguire i corsi di ristorazione classica o di pasticceria, di alberghiero e di catering, di bar e pizzeria. Insomma di ricette, ma anche di economia, amministrazione e gestione di locali pubblici e privati.
Di tutto questo e dei risultati finora conseguiti, il consiglio dell’Académie ine ha tenuto ampiamente conto, condividendo la proposta avanzata dall’Accademia della cucina italiana guidata dal professor Giovanni Ballarini, assegnando il #GranPrix ad Alma. Che per l’occasione ha dovuto confrontarsi e vincere proposte alternative e non meno motivate fatte da protagonisti di paesi concorrenti.
E poiché le belle notizie spesso non arrivano mai da sole, ecco che l’Académie ha assegnato due altri importanti riconoscimenti all’Italia: il premio per la “Littérature Gastronomique” allo scrittore Renzo Pellati, autore di libri come “Tutti i cibi dall’A alla Z” (Mondadori) e de “La storia di ciò che mangiamo” (DPEditore), e il premio di “Chef de l’Avenir” andato a Pier Giorgio Parini, ovvero il cuoco che ha fatto gli onori di casa con il menu descritto e, commento personalissimo, davvero strepitoso.
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