Un omaggio alla terra. Meglio, un’allerta contro i “mostri” che stanno minando gli equilibri ambientali, mettendo a repentaglio il futuro del pianeta. Tale vuole essere la nuova opera “CO2”, titolo emblematico che riprende la formula chimica dell’anidride carbonica, che il Teatro alla Scala di Milano porta in scena in prima mondiale al Piermarini dal 16 al 29 maggio.
Firmata da Giorgio Battistelli (foto accanto) su libretto di Ian Burton, l’opera si fa interprete di una delle grandi questioni oggi più dibattute e di non facile soluzione: la minaccia ai delicati equilibri ambientali dovuta a surriscaldamento globale, consumi irresponsabili, immissione abnorme di anidride carbonica nel sistema planetario. Con tutto quel che ne segue in termini di desertificazione dei territori, scioglimento delle nevi eterne, tsunami, inquinamento dell’aria, delle falde acquifere, del cibo. Insomma , una catastrofe che l’uomo non può subire. Per questo deve reagire. Come?
Parlandone, organizzando eventi come Expo2015 dedicato al tema della sostenibilità e tutela alimentare. E, perché no?, traducendo note musicali in squilli di tromba. Squilli che non preannunciano il castigo divino del 6° Sigillo … “e si fece un gran terremoto; e il sole divenne nero come un cilicio di crine, e tutta la luna diventò come sangue; e le stelle del cielo caddero sulla terra … E il cielo si ritrasse …; e ogni montagna e ogni isola fu rimossa dal suo luogo … (Apocalisse 6:12-17). Ma ugualmente hanno l’effetto di sensibilizzare, allertare tramite la musica il canto l’arte, gli animi umani della sciagura che da ipotesi rischia di diventare realtà.
Sicuramente è un’opera nuova calata nell’attualità, che affronta un tema scottante quella presentata ieri al Ridotto della Scala dal Sovrintendente Alexander Pereira (foto accanto). Con lui l’autore delle musiche Battistelli, il librettista Ian, il regista Robert Carsen, il direttore Cornelius Meister e alcuni membri del numerosissimo cast operistico fatto di 19 solisti di 15 paesi, 90 orchestrali in buca, un centinaio di cantanti che si esprimono in 9 lingue e coro di voci bianche su partiture in latino.
Soggetto e numeri impressionanti per un’opera nuova e innovativa che un grande teatro è giusto che faccia, unitamente al normale programma di cartello. Il Teatro alla Scala lo sta facendo, ha ricordato Pereira. E lo fa grazie anche alla contribuzione del gruppo industriale di acqua minerale Ferrarelle.
Una partnership che, come ha sostenuto il responsabile della comunicazione Michele Pontecorvo (nella foto con il padre Carlo), ancorché storica tra l’azienda di famiglia e il tempio della musica (Vitasnella, un marchio del gruppo, è sponsor del Corpo di Ballo), era scontata da parte nostra, considerato che il tema della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente dell’opera “CO2” è un tema che sta a cuore al fare impresa di Ferrarelle.
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