Serata all’insegna della cultura dalla doppia messa in scena, quella di mercoledì 29 gennaio. Un evento dove l’arte nobile del Teatro lascia fantasticare, prima di cedere il passo all’inevitabile richiamo di vita materiale che solo il rito del mangia e bevi mette a tacere.
Il copione lo avevo già sperimentato prima di Natale, partecipando con un folto gruppo di amici del Rotary club Milano Est alla visita dei tesori della Pinacoteca Ambrosiana, con guida di eccezione – il direttore del museo stesso, Mons. Alberto Rocca – seguita da un’alzata di calici in uno dei ritrovi della vecchia Milano.
Questa volta a catturare l’attenzione è stato il palcoscenico di uno storico teatro milanese, il Franco Parenti a guida Andrée Ruth Shammah, dedicato al regista, attore e autore di indimenticabili piece rimaste scolpite nella storia della drammaturgia italiana. Con l’inevitabile dopo teatro nei locali dove fare baccano è la regola delle trattorie a pane, olio, vino e deliziosi saltimbocca alla romana, a due passi dall’iconica Porta Romana.
Non so chi abbia proposto di andare al PierLombardo – un tempo lo si chiamava così, con il nome della via dove tuttora si trova -, ma l’averlo fatto è stata una scelta azzeccata, rivelatasi assai piacevole. A cominciare dal titolo della commedia-monologo in prima assoluta, Èmilie du Chatlet per la regia di Maurizio Nichetti, e ancor più per la grazia interpretativa della sempre brava e deliziosa Milena Vukotic: 90 anni portati con leggiadria.
E poi l’incredibile storia della protagonista: una scienziata, matematica, fisica (è annoverata come anticipatrice della Teoria della Relatività), per di più affascinante e risoluta, vissuta alla corte di Francia nel secolo dei lumi. Tempo in cui le donne non so quanto potessero contare, se persino le più capaci erano bandite dai salotti culturali dell’intellighenzia maschilista dell’epoca. Divieto che madame Èmilie, di carattere ribelle, sposa illibata del generale Florent-Claude du Châtelet, ma amante di lungo corso e senza vergogna del capostipite dell’Illuminismo Voltaire, aggirava semplicemente camuffandosi da maschio.

IMV
Una storia intrigante che forse pochi conoscono, devo ammetterlo. Per questo chiudo affidandomi alla penna del critico Marcantonio Lucidi che, sul promo del Parenti, di Èmilie scrive: “femminista ante litteram dotata di raffinata intelligenza, umorismo, grande libertà di pensiero che si è imposta sfuggendo a convenzioni e tradizionalismi”. E la nostra contemporanea Milena ce la descrive alla perfezione.
Tanto basta per dire la caratura e l’ammirazione che provo per personaggi senza confini. Da vedere. (In calendario fino al 9 febbraio)