“Brasa Coèrta”, per dire, nell’idioma veronese, di persona apparentemente tranquilla che, come il tizzone che continua a bruciare sotto la cenere, è pronta a riaccendersi. In questo caso, a stupire!
Esattamente quel che ritengono di fare i Pasqua di Verona, cantinieri e vignaioli di lungo corso, con la loro ultima etichetta Brasa Coèrta: vino rosso fuoco ottenuto con le classiche uve autoctone veronesi (Corvina, Corvinone, Rondinella) e un’aggiunta di Cabernet Sauvignon e Merlot. Un tocco di internazionalizzazione nella terra del Valpolicella e dell’Amarone.
Brasa Coèrta, dunque, che nelle intenzioni dei proponenti costituisce “l’inizio di un nuovo percorso volto a produrre vino naturale”. Ma che è d’obbligo sottolinearlo, non corrisponde ad alcuna denominazione, né si rifà a processi lavorativi regolamentati con appositi disciplinari, ma semplicemente il frutto della volontà del produttore di operare in un ambito di vitivinicoltura sostenibile. Che è pur sempre un eufemismo di naturalità.
Di questo progetto ne hanno parlato in anteprima ieri a Milano il presidente del gruppo vitivinicolo Umberto Pasqua, con i suoi due figli Riccardo, amministratore delegato, e il più giovane Alessandro, responsabile commerciale della società di distribuzione Pasqua Usa. Lo hanno fatto illustrando il consuntivo 2018 di Pasqua Vigneti e Cantine chiuso con ricavi a 54,7 milioni di euro, in crescita del 9,5% sul 2017, di cui l’88% maturato sui mercati esteri e restante 12% in Italia (foto, Umberto Pasqua con i figli Riccardo con barba e Alessandro).
Dati che evidenziano una performance non comune di questi tempi, vuoi per l’entità del segno più ottenuta a parità di vino prodotto (15 milioni di bottiglie), vuoi per il contesto tutt’altro che espansivo dell’economia mondiale. Che però non pare abbia frenato il decorso delle esportazioni dell’azienda veronese, operativa in 61 Paesi.
Ecco allora gli Stati Uniti, principale mercato con il 22% di quota sul fatturato e vendite aumentate del 16 per cento. Bene l’Europa, con Olanda (54%) in testa, seguita da Belgio (17), Germania (14) e Italia con l’11 per cento. Ma è l’Asia a stupire con l’asticella che ha sfiorato un salto del 70%, grazie anche alla presenza diretta di una propria società, Pasqua Asia, che ha rilevato la rete dell’importatore cinese.
Insomma, un anno decisamente brillante. Un anno che, come ha sottolineato l’a.d. Riccardo Pasqua, consolida a +55% la performance del fatturato degli ultimi quattro esercizi. Che sono gli stessi da quando il padre Umberto ha rilevato le quote societarie dei fratelli Carlo e Giorgio. Cosa che ha dato maggiore dinamicità all’azione imprenditoriale e accelerato il processo di svecchiamento di questa azienda-famiglia che con Riccardo e Alessandro è giunta alla terza generazione. E che si avvicina a passi veloci al secolo di vita.
Stimoli e nuovi approcci al mercato, dunque, che hanno permesso di ridisegnare le reti commerciali sui mercati esteri, operando con proprie società nelle aree di maggiore attrattività quali sono il Nord America (Pasqua Usa) e ora anche Pasqua Asia. Non di meno è stato fatto nella struttura produttiva, con ammodernamento tecnologico della grande cantina di San Felice di Verona, nel cuore della proprietà agricola che conta 322 ettari di vigneti, di cui un centinaio di proprietà.
E va da sé, non sono mancati i lanci di nuove linee di prodotti. Buon ultimo il Brasa Coèrta frutto della sperimentazione tuttora in corso, ma nome certamente impronunciabile sui mercati internazionali.
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