“Inseguendo Donnafugata” a Milano: il FAI, le etichette d’autore e i colori del vino di Sicilia

di Giulia Maria Basile

donnafugata-ben-rye-bystefanovitaleVino e arte, musica e letteratura. A radunarli è “Inseguendo Donnafugata”, la mostra che sta calamitando l’attenzione dei visitatori e che fino al 22 luglio porta dalla Sicilia al cuore di Milano la vivacità delle etichette di Donnafugata, la storia dell’azienda vinicola e il suo legame con il FAI – Fondo Ambiente Italiano. Un racconto che si snoda tra i disegni originali di Stefano Vitale e le stanze di Villa Necchi Campiglio, residenza icona degli anni ‘30 progettata dall’architetto Piero Portaluppi.
Un volto femminile, la chioma di capelli al vento. Questo è il logo di Donnafugata, fondata da Giacomo Rallo e la moglie Gabriella nel 1983 nelle terre di Contessa Entellina, per poi estendersi alle zone dell’Etna, Vittoria, Marsala e l’isola di Pantelleria.
Una Sicilia di cui le etichette d’autore rappresentano i colori, il vento, la poesia e la fatica. Quella di una viticoltura nata nella Valle del Belice, innovatrice come le illustrazioni di Stefano Vitale che accompagnano la produzione di Donnafugata dal 1994. Aprendo così al mercato del vino un’arte delle etichette inedita, che tuttora prosegue con la complicità di Josè e Antonio Rallo oggi alla guida dell’azienda.
Vino rivolto al futuro, perché lo dice il nome stesso: Donnafugata è vino in movimento, come in fuga era la donna che ha ispirato l’origine del nome dell’azienda.
donnafugata-giardino-pantesco-by-stefanovitaleL’intuizione è venuta a Gabriella Rallo sfogliando “Il Gattopardo”, celebre romanzo scritto nel 1958 da Giuseppe Tomasi di Lampedusa; le è balzato subito all’occhio il capitolo “Viaggio per Donnafugata”, dove viene evocata la fuga della regina Maria Carolina di Borbone che in queste terre, dove oggi sorgono i vigneti, si rifugiò dalla sommossa che portò alla Repubblica di Napoli (1799).
Ma la donna in fuga è la stessa Gabriella, che spronata dal marito ha abbandonato l’insegnamento per trasformarsi in una delle prime figure femminili della viticoltura siciliana. E sono molteplici i volti e le sfaccettature che di Donnafugata dà Stefano Vitale, invitato proprio da Gabriella Rallo a cimentarsi per la prima volta con il mondo del vino.
donnafugata-anthilia-by-stefanovitaleImmersosi nella cultura folkloristica siciliana, e reduce da viaggi in Messico e America Latina dei cui richiami la sua produzione è ricca, l’autore dà vita a illustrazioni che sprigionano colori vivaci e potenti echi di vento, amicizia, cura della terra, valore del territorio e lavoro nei vigneti.
Ecco l’etichetta di Anthìlia, nome di epoca romana dell’antica città di Entella dove oggi sorge Donnafugata e dove nel III secolo a.C. già si coltivava la vite; l’eleganza di questa figura femminile dagli occhi chiusi, una ciocca di capelli smossa dall’aria e la perla a goccia che le decora l’orecchio esprimono tutta la freschezza di questo vino. Ritrosa eppure esuberante nei colori appare Lumera, sui toni del verde nel disegno originale e poi lilla in etichetta; il suo è il fascino del femminile celebrato dal Dolce Stil Novo, che in rima canta l’amor cortese per la giovane donna.
donnafugata-floramundi-bystefanovitaleFloramundi è invece espressione dell’ambivalenza che porta con sé la donna guerriera rappresentata: richiamo alla tradizione dei pupi siciliani, porge dalle sue mani non armi ma fiori e frutta in un tripudio di armonia e colore. Omaggio alla forza impetuosa dell’Etna, ecco Sul Vulcano: la serenità del mare fa da specchio al volto che si staglia tra ceneri e lapilli del vulcano in eruzione.
Ed ecco tornare Tomasi di Lampedusa sull’etichetta di Lighea, con i versi dedicati alla sirena dai grandi occhi verdi che con un solo sguardo seduce come le onde del mare da cui è circondata. Mentre una delle etichette più suggestive ritrae i lavoratori del vino, ricurvi nei campi terrazzati con sullo sfondo il tipico dammuso pantesco: si tratta del principe dei passiti, il Ben Ryé dall’arabo “figlio del vento”.
Ed è un simbolo dell’antica cultura rurale di Pantelleria che ha fatto incontrare il FAI e Donnafugata: il giardino pantesco della tenuta che Giacomo Rallo ha donato alla Fondazione nel 2008. Stefano Vitale rappresenta il giardino murato in pietra lavica, dalla forma circolare che protegge al suo interno un albero di arancio secolare, aggiungendovi una figura femminile tra le più riconoscibili dei suoi disegni per l’azienda siciliana.
donnafugata-lumera-phguidotaroni

donnafugata-sulvulcano-bystefanovitaleL’allestimento del percorso espositivo è curato dall’architetto Lorenzo Damiani e si svolge nella cornice di Villa Necchi Campiglio, esempio d’avanguardia e dello stile déco milanese anni ‘30, donata al FAI nel 2001 dalle sorelle Necchi. La temporanea si affianca così alle collezioni lì ospitate, con capolavori di Tiepolo e Canaletto, Sironi e De Chirico, Modigliani, Picasso e Matisse tra gli altri.
Ma l’esposizione non poteva dirsi completa senza un rifermento alla musica jazz che riecheggia in sottofondo, una passione che Josè Rallo ha reso nuova maniera di comunicare il vino con Donnafugata Music&Wine. Per finire con una degustazione di vini nel giardino della Villa, a coronare un’esperienza multisensoriale unica che, fino al 22 luglio, merita di essere colta.
(C-riproduzione riservata)
e-mail: basile.giuliamaria@gmail.com

  • elisabetta visintainer |

    ciao grazie…grazie davvero e pensa, stavolta neppure una piccolissima correzioen, mi hai ipnotizzato… ho scritto questo commento spero non ti dispiaccia…donna fugata…la chioma di capelli al vento…fascino del femminile celebrato dal Dolce Stil Novo… serenità del mare… vulcano in eruzione… l’ambivalenza … la donna guerriera…sirena dai grandi occhi verdi… Ben Ryé dall’arabo “figlio del vento”… il giardino murato in pietra lavica… un albero di arancio secolare… esperienza multisensoriale… quante suggestioni in questa presentazione … un invito a vedere, guardare, osservare ricordare, collegare ricordi … degustare … siamo invitati a riflettere … non si mangia e non si beve solo “fisicamente” ognuno di noi ha un piatto o una bevanda legata ad un’esperienza, ad un a persona, ad un ricordo… la magia di questa descrizione è la creazione di legami nuovi, inaspettati… spero di riuscire ad visitare questa esposizione…e alla fine immagino che degusterò i vini come se le esperienze proposte fossero davvero le mie…

  • elisabetta visintainer |

    donna fugata…la chioma di capelli al vento…fascino del femminile celebrato dal Dolce Stil Novo… serenità del mare… vulcano in eruzione… l’ambivalenza … la donna guerriera…sirena dai grandi occhi verdi… Ben Ryé dall’arabo “figlio del vento”… il giardino murato in pietra lavica… un albero di arancio secolare… esperienza multisensoriale… quante suggestioni in questa presentazione … un invito a vedere, guardare, osservare ricordare, collegare ricordi … degustare … siamo invitati a riflettere … non si mangia e non si beve solo “fisicamente” ognuno di noi ha un piatto o una bevanda legata ad un’esperienza, ad un a persona, ad un ricordo… la magia di questa descrizione è la creazione di legami nuovi, inaspettati… spero di riuscire ad visitare questa esposizione…e alla fine immagino che degusterò i vini come se le esperienze proposte fossero davvero le mie…

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