di Giulia Maria Basile
L’arte va al cinema, e lo fa con un tributo a uno degli artisti più controversi della storia della pittura, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571 – 1610). Lo fa con il film “Caravaggio, l’Anima e il Sangue” prodotto da Sky e Magnitudo Film, e distribuito da Nexo Digital in oltre 300 sale cinematografiche italiane solo per tre giorni (19, 20 e 21 febbraio) per poi approdare sui canali Sky.
Avveniristica la regia affidata al messicano Jesus Garces Lambert che si avvale di tecniche digitali all’avanguardia, dell’alta definizione del girato in 8K, del formato Cinemascope 2:40 e dell’efficace trattamento della luce di post produzione. Lo spettatore ha la sensazione di essere egli stesso proiettato nell’immagine, di sentirsi personaggio tra i personaggi delle opere, sferzato dalle pennellate dell’artista cariche di contrasto luce-ombra. Tematica assai cara a Caravaggio. Un coinvolgimento che permette di cogliere dettagli ed espressioni solitamente off limits con una proiezione tradizionale.
Se la percezione delle opere diventa tattile, molto si deve anche alla narrazione artistica che ne fa il professor Claudio Strinati, uno dei massimi esperti della pittorica caravaggesca, e agli interventi di Mina Gregori della Fondazione di studi e storia d’arte Longhi e Rossella Vodret, già curatrice della mostra “Dentro Caravaggio” tenutasi di recente a Palazzo Reale a Milano.
Percorrendo insieme le tappe della sua vita e della sua attività, il film diventa un’esperienza visiva e conoscitiva del Caravaggio attraverso quel percorso tortuoso che caratterizzò così tanto la sua interiorità. A dare corpo al suo io più intimo è la voce di Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, dal timbro profondo che penetra nell’opera e nell’uomo e ne restituisce l’essenza.
Un vero e proprio docufilm in cui si intrecciano due racconti: quello dell’artista, con il suo genio e le sue opere, e quello dell’uomo, tormentato e perennemente in fuga da sé stesso e dalle sue inquietudini. Due livelli di narrazione che rivelano sfaccettature inedite del pittore, con i suoi impulsi contrapposti difficili da conciliare nella vita ma che spesso convivono nelle opere.
E se l’intento del Caravaggio è riprodurre la realtà il più fedelmente possibile, è necessario non privarla di contraddizioni e ombre che ne svelano l’autenticità. Vale per l’opera e vale per l’uomo, “pieno di sentimento e desiderio di misericordia, ma anche di carnalità”, sottolinea Strinati. Ecco l’essere umano espresso in tutta la sua natura, l’anima e il sangue appunto.
Il film narra le commissioni, i rifiuti, le varianti che hanno preceduto e accompagnato la composizione di una tela, i modelli scelti tra i popolani, i suoi autoritratti tra la confusione di volti raffigurati. Racconta la provvidenziale protezione che gli riservò il suo mecenate, il prelato Del Monte, ma anche il bando capitale, le fughe, i suoi vizi, le sue irrefrenabili passioni, le risse e la violenza che caratterizzò la sua vita errabonda. Non da ultimo, la narrazione è arricchita da testimonianze di valore storico, come il suo certificato di battesimo conservato nell’Archivio storico Diocesano di Milano, e le querele e i documenti dei processi giudiziari cui incappò custoditi nell’Archivio di Stato di Roma.
Quaranta le opere rappresentate e commentate, tra le più memorabili che l’artista ha lasciato tra Milano, Firenze, Malta e soprattutto Roma e Napoli. Come non ricordare il Bacco (1597 – 1598) conservato nella Galleria degli Uffizi? Sacro e profano si uniscono in quest’opera in cui il dio voluttuosamente ci porge un bicchiere di vino, simbolo al contempo cristiano e pagano.
Ecco le tele dedicate a San Matteo nella Cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma: Vocazione e Martirio di San Matteo e la pala d’altare di San Matteo e l’Angelo (1599 – 1602), secondo molti storici le opere che meglio racchiudono la grandezza del pittore.
Ecco la Madonna dei Palafrenieri (1606), il cui volto ha le fattezze della cortigiana Lena, tra le preferite del pittore. L’opera era destinata alla Basilica di San Pietro, ma rifiutata fu trasferita alla Galleria Borghese. Magia cinematografica, la tela per la prima volta viene virtualmente riposizionata nell’esatto luogo dal quale venne rimossa per volere di Scipione Borghese, con il subdolo fine di acquistarla a un prezzo inferiore per la propria collezione.
L’anima e il sangue: due elementi inscindibili dell’esistenza e dell’espressione artistica di Caravaggio, la cui unica firma pervenuta compare emblematicamente scritta con il sangue che sgorga ne la Decollazione di San Giovanni Battista, composta e conservata a Malta (1608). Un’artista che non temeva di rappresentare l’oscurità nelle sue tele ma che cercava la luce, una luce e un realismo che lo rendono un artista così attuale ancora oggi.
(basile.giuliamaria@gmail.com)
(c-riproduzione riservata)