Alla vigilia di Anteprima Amarone edizione 2018, che apre i battenti domani a Verona, le Famiglie dell’Amarone d’Arte mandano un ramoscello d’ulivo ai fratelli vignaioli del Consorzio di tutela della Valpolicella, da cui si sono separati dal 2009.
L’iniziativa porta la firma del presidente del network composto da 13 aziende storiche di famiglia, Maria Sabrina Tedeschi, con un messaggio che non lascia dubbi di sorta: “Ricomporre le differenti anime (tra produttori di Valpolicella, ndr) che, nel rispetto del disciplinare, s’impegnano a produrre, diffondere e valorizzare nel mondo il vino Amarone della Valpolicella”.
Una mossa a sorpresa quella delle Famiglie, a cui prima di Natale 2017 l’Ufficio Ue per la Proprietà intellettuale (Euipo) ha riconosciuto la valenza del marchio europeo e il bollino della medesima associazione, respingendo così la richiesta di annullamento fatta dal Consorzio. Riconoscimento che in precedenza era stato negato dal Tribunale di Venezia.
Alla luce di ciò, Tedeschi ritiene che la decisione dell’Unione legittimi “la nostra richiesta avanzata presso la Corte d’Appello di Venezia di sospendere l’esecutività del provvedimento emesso dal Tribunale”.
E ancora. “Preme sottolineare la correttezza della nostra associazione, la quale – prosegue il presidente – benché vittoriosa in ambito europeo e quindi legittimata a utilizzare il relativo marchio e bollino del tutto uguali a quello italiano, ha scelto di rispettare la decisione italiana, al fine di non creare sterili polemiche che si sarebbero dirette a danno della denominazione”.
Viene da dire che dopo anni di scontri verbali e carte bollate, finalmente dietro l’angolo potrebbe esserci una strada meno irta e tortuosa. Ma niente è dato per scontato e parlare di pace è prematuro. Tanto più che la base consortile ora vuole parlare solo dell’Anteprima e cercare di vendere più vino che può.
Anche perché, come ha osservato Giuseppe Pan, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto intervenuto a Fieragricola, la filiera agricola regionale nel 2017 ha tenuto le posizioni, ma oggi il mercato del vino è tutt’altro che facile.