Vino, consumi Italia torna il segno più, Lambrusco n° 1, strabilia la Passerina

Picture 195

Picture 195

Eppur si muove, direbbe il grande scienziato e astronomo. Ma qui non è un teorema scientifico che si intende scomodare, ma qualcosa di molto più accessibile alla vita materiale come possono esserlo i consumi di vino. In particolare la domanda domestica che, dopo un lungo letargo, sembra rivitalizzarsi di colpo. Almeno così lasciano intuire i risultati di una ricerca di mercato realizzata IRI di Milano, che per conto di VinItaly ha studiato l’andamento dei trend in atto del vino confezionato esitato dalla rete nazionale della grande distribuzione moderna.
Gli analisti hanno infatti appurato che 2015 la rotazione delle bottiglie sugli scaffali della Gdo è stata più veloce che in passato. È emerso che gli acquisiti delle famiglie sono aumentati (rispetto al 2014) del 2,8% a volume, a fronte di un +4% in valore. Ancora segno più ma più modesto l’incremento riportato dai prodotti a denominazione di origine (Docg, Doc, Igt): +1,9% in quantità e +3,8% in valore. Balza subito all’occhio il gap tra crescita in quantità e valore, laddove la seconda voce performa con una percentuale doppia rispetto alla prima. Segno di un evidente aumento del prezzo medio.
In buona vista anche per il settore dei vini spumanti, con l’anno 2015 che ha chiuso con vendita a +7,8% a volume e +7,5% a valore. In questo caso, i prezzi hanno di fatto tenuto il passo. In grande spolvero i vini biologici (rispettivamente +13,2% e +23%), sebbene le quantità totali siano ancora modeste: poco sopra 1,6 milioni di litri.
Quanto al tipo di vino più gettonato, al primo posto assoluto si conferma il “Lambrusco” con 12,7 milioni di litri venduti: Lo tallona il “Chianti”, che vince la classifica a valore. Al terzo posto sale lo “Chardonnay”,(+9% volume) e, a seguire, il “Nero d’Avola” che mette a segno un incremento della domanda del +4,6 per cento sul 2014, il “Vermentino” (+8,5) e il “Trebbiano” (+5,6).
Tra i vini cosiddetti “emergenti”, ha strabiliato il bianco “Passerina marchigiana”, con una progressione sul 2014 del 34,2 per cento. Al secondo posto il “Ripasso Valpolicella”, quindi un altro bianco, “Pecorino di Marche e Abruzzo”, e il “Nebbiolo Piemonte”. Da notare che i due bianchi citati vincono anche il miglior rapporto prezzo-qualità, con una indicatore medio a bottiglia di 4 euro. I dettagli della ricerca verranno poi esplicitati in un convegno ad hoc nel corso di VinItaly a Veronafiere (10-13 aprile).