Affari a gonfie vele per l’Amarone. Il re dei vini veneti e carta di prestigio dell’enologia italiana nel mondo, ha chiuso il 2015 con un giro d’affari in crescita sul 2014 del 6% a di 310 milioni di euro. Un dato di per sé <molto positivo, con 6 bottiglie su dieci destinate al mercato estero>, per dirla con una raggiante e indaffarata Olga Bussinello, direttrice del Consorzio di tutela dei vini di Valpolicella, alle prese con i preparativi della 13° edizione di Anteprima Amarone, in calendario il prossimo fine settimana alla Gran Guardia di Verona.
L’appuntamento, a cui saranno presenti i vini di 74 delle aziende consorziate, ancorché dare l’opportunità ai “nasi” critici di mezzo mondo di degustare in anticipo l’annata 2012 prossima al commercio, permetterà di fare singoli assaggi e “verticali” (a pagamento) di vini di più anni anche a un pubblico meno esperto, ma ugualmente interessato alla cultura dell’Amarone.
D’altra parte, non è un caso che questo vino potente per struttura, alcool e piacevole al palato sia indicato all’invecchiamento. Al punto che la fredda statistica racconta che più del 50% delle bottiglie messe in commercio ogni anno è fatto di vecchie annate. Una tendenza che va verso un ulteriore incremento.
A questo proposito, il presidente del Consorzio Christian Marchesin osserva che <in cantina si assiste di mese in mese a una diminuzione delle scorte di Amarone in affinamento, a vantaggio delle annate che hanno minimo quattro anni d’invecchiamento. Questo è un segno importante e tangibile che la denominazione, interpretando correttamente il suo ruolo, sta rispondendo positivamente alle richieste del mercato, permettendo alle aziende di lavorare serenamente sulla qualità>. A fine settimana la prova del nove.