Dopodomani, martedì 28, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina presenterà a Milano, in un incontro in programma all’Università Statale riservato alle istituzioni locali, la ‘Carta di Milano’. Si tratta di un documento memorandum contenente progetti e valori sulla cultura del cibo e le sue diverse problematiche, che #Expo2015 intende porre all’attenzione della comunità internazionale.
La “Carta”, della cui idea e redazione s’è già parlato lo scorso 7 febbraio in un mega pensatoio di esperti internazionali all’Hangar Bicocca, cui prese parte mezzo Governo capitanato dal premier Renzi, verrà poi consegnata al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, il giorno in cui egli verrà a visitare l’Esposizione universale. Che, com’è noto, è dedicata al tema dell’alimentazione, da cui il titolo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. All’appuntamento istituzionale seguirà, nel pomeriggio, un incontro di lavoro tra professionisti della ricerca di settore ed esponenti del mondo accademico coordinato dal responsabile scientifico di Laboratorio Expo, il professore Salvatore Veca.
È con questa occasione che, di fatto, Martina mette in moto la seconda parte di una macchina complessa, quella relativa al reale funzionamento di Expo, che da giovedì 1° maggio deve apparire completa di ogni sua parte, anche se non lo è, per restare accesa per sei lunghi mesi: un periodo lunghissimo durante il quale Milano diventerà meta di milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
I milanesi, a dire il vero, questo flusso di arrivi e partenze tra turisti e gente d’affari lo hanno già visto crescere di numero giorno dopo giorno: sono settimane, infatti, che il centro è preso letteralmente d’assalto da plotoni di visi purtoppo ancora pallidi, perfettamente intruppati dietro la guida con ombrello a mo’ di bandiera e sempre pronti a scattare foto alla città che, nel frattempo, si prepara per la festa con il vestito più bello che ha. E già, perché è bastato togliere le prime transenne che da mesi e, in qualche caso, anni ne limitavano il traffico, per scoprire sull’onda dei versi di D’Anzi&Bracchi che la città di Sant’Ambrogio l’è davvero un gran Milan.