Tre settimane all’inaugurazione e nel grande cantiere di @Expo2015 di Milano si lavora alacremente giorno e notte. Quando a inizio anno ho avuto modo di visitare il sito di Rho-Pero, vi lavoravano tremila persone (si veda articolo del 31 gennaio), ora ce ne sono il doppio, distribuite su più turni. Nonostante ciò, per completare l’opera bisognerà attendere qualche settimana in più.
Le ultime notizie di “radioexpo” riferiscono che lo stato di avanzamento dei lavori è superiore al 95 per cento. Che è una percentuale alta, se si pensa che la costruzione vera e propria dei padiglioni è iniziata meno di un anno fa; ma non è commentabile se si pensa che l’assegnazione di Expo all’Italia risale a maggio del 2008.
Lo stesso sindaco di Milano Giuliano Pisapia qualche giorno fa ha dichiarato che non tutto sarà pronto per il primo maggio, giorno di apertura ufficiale dell’Esposizione universale. Che, com’è ormai noto, sarà aperto e visitabile per i successivi sei mesi, fino al 31 ottobre.(nella foto sopra: Castel del Monte, sito promosso dalla Puglia)
Ora, se dei programmi che ciascun Paese ospite organizzerà all’interno dei propri padiglioni si sa molto poco, assai meno si conosce su ciò che riserverà il @fuorisalone, che però è una faccenda per lo più collegabile a eventi di singole aziende o associazioni di vario tipo. Per non dire della programmazione che attiene al @fuoriregione, ovvero quelle iniziative che ciascuna Regione italiana intende attuare per promuovere il proprio territorio di origine, cercando di convincere più visitatori e turisti di Expo a recarvisi per un soggiorno.
Ma, come detto, poco o niente si sa di cosa questi enti abbiano deciso di fare e come intendano comunicarlo. Non vorrei che ciò dipenda da errati calcoli di opportunità, nel senso di non volere svelare anzitempo i propri progetti. Una precauzione comprensibile un anno fa, ma ora, a tre settimane dal via della kermesse espositiva e a due mesi dall’inizio della stagione estiva, è del tutto fuori posto. A darne prova non sono le teorie di qualche esperto di marketing turistico, ma la pratica azione di una regione come l’Emilia Romagna che in fatto di eventi, arte, cibo e ospitalità non è seconda a nessuno in Europa.
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La strategia dei maestri dell’ospitalità
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Piaccia o no ma l’Emilia Romagna è, per quanto mi consta, una delle poche regioni se non proprio l’unica ad avere programmato in chiave Expo un corposo piano di pacchetti turistici finalizzati a incentivare visite nella proprio territorio. Un piano che gli stessi canali regionali hanno provveduto per tempo a comunicare e mettere in rete a livello internazionale. Della serie: c’è un evento che per sei mesi porterà in Italia milioni di visitatori da tutto il mondo, e noi non restiamo con le mani in mano, ma si coglie la palla al balzo e, prima che la festa cominci, si diffonde urbi et orbi la collana dei progetti (foto: Basilica di Santo Stefano a Bologna).
Esattamente quanto hanno fatto nella regione più turistica d’Italia, dove l’esperienza in questa materia ha aiutato a fare prendere decisioni, approntando perfino un nuovo prodotto battezzato “Via Emilia: Experience the Italian Lifestyle” che impegna direttamente gli imprenditori privati e, sul piano della comunicazione e promozione, coinvolge la struttura pubblica Apt regionale. (www.visitviaemilia.it)
Il progetto comprende 80 pacchetti turistici contenenti un ventaglio di offerte per una vacanza che è una sorta di full immersion regionale. Sono previsti tour guidati a città d’arte, abbazie, castelli, ma anche visite, degustazioni e corsi di apprendimento in cantine, acetaie, frantoi, prosciuttifici, caseifici, come pure escursioni in bici, a piedi e voli in mongolfiera. D’obbligo, per gli appassionati di auto e moto, le tappe al museo Ferrari di Maranello, alla pista di Fiorano e al museo Ducati. Il tutto condito da pillole di storia e cultura sulla filiera agroalimentare, con l’inevitabile convivio finale del tutti a tavola.
Con il progetto <Via Emilia, antica direttrice voluta dal console romano Marco Emilio Lepido che da 2200 anni collega Rimini a Piacenza, e su fino a Milano – sintetizza il numero uno del turismo regionale, l’assessore Andrea Corsini (nella foto accanto) – permetteremo ai nostri ospiti internazionali di scoprire che l’Emilia Romagna è terra di passione e divertimento, ma anche di storia, di arte, di bellezze naturali, di produzioni tipiche e di eccellenze gastronomiche>. E per far sì che del progetto se ne parli con cognizione di causa e nei tempi più appropriati, ecco di scena l’Apt che, in collaborazione con l’European network of Agricultural journalists e con l’International federation of Agricultural journalists, organizza, in concomitanza con l’apertura di Expo2015, due “educational tour” in regione per gruppi di professionisti dell’informazione provenienti da mezzo mondo. E le altre regioni?
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