Per la stragrande maggioranza dei giovani italiani il vino non è trasgressione. Piuttosto è sinonimo di convivialità e amicizia. Il vino, cioè, è considerata “bevanda prediletta” per le serate tra amici (58%) e viene consumato volentieri come aperitivo (26%) e a cena (59%). E ancora: 9 su 10 sono i consumatori under 35 che ne fanno uso a tavola, mentre per il 55% degli over 25 è il drink più gettonato.
È quanto emerge dalla ricerca “Vino & Giovani” sugli stili del bere e del mangiare in Italia tra i giovani dai 18 ai 35 anni realizzata, su un campione di 1.500 unità, da Gabriele Micozzi dell’Università Politecnica delle Marche. La ricerca, presentata ieri a VinItaly, dice anche che già nella fascia 18-25 anni, il vino conquista il 43% del campione, a fronte del 38% dei consumatori di birra e il 17% di quanti preferiscono i superalcolici. E ancora: oltre un terzo lo beve almeno 3 volte a settimana (38%), mantenendo misurato il consumo giornaliero, e solo nel 13% dei casi si supera i due bicchieri a pasto.
Quanto agli orientamenti che determinano le scelte tra un vino piuttosto che un altro, il lavoro commissionato dall’Istituto di tutela vini marchigiani assegna un 5% alla ‘marca’, l’8% al packaging, ma a prevalere sono la logica della qualità e sostenibilità (12%) e, soprattutto, il legame con il concetto di territorio (18 per cento). Infine, quali la metà (48%) delle persone intervistate considera “molto importante o determinante” il fatto che un vino sia biologico. Percentuale che cresce fino all’86% per quanto riguarda i consumatori disposti a spendere di più per acquistare un prodotto bio.
Nel commentare la ricerca, il direttore dell’Istituto di tutela vini marchigiani Alberto Mazzone ha detto che “l’indagine dimostra come anche nel consumo di vino sia valido il sillogismo che lega moderazione e conoscenza con l’atteggiamento responsabile. Per questo a Jesi, nelle terre del Verdicchio, apriremo entro quest’anno con il polo enogastronomico regionale Food Brand Marche la prima ‘enoteca didattica’ in Italia esclusivamente dedicata ai ragazzi. Uno spazio ‘conoscitivo’, dove scoprire con tecnologia e gioco, il lavoro in vigna e i segreti di uno dei prodotti chiave del made in Italy”.
E a proposito di preferenze e scelte dei vini da parte dei ‘millennials’, ovvero la generazione di giovani tra 20-35 anni che sostituirà i ‘Baby Boomer’ tra i top buyer americani, dal neonato Osservatorio vino ‘Business strategies’ di Nomisma si apprende che i vini da vitigni autoctoni italiani sono i più gettonati in assoluto. Per questa ragione, secondo il direttore di Nomisma, Denis Pantini, gli Usa “non è per nulla un mercato maturo per i vini italiani”. Come dire che anche nel mercato al top per l’export di vini made in Italy c’è ancora spazio per crescere.