Del sommo Dante si sa tutto del suo essere fuggiasco dall’amata Firenze, trovare riparo tra le valli scaligere del Veronese e finire il suo tempo nell’ospitale Ravenna. Di Giotto, invece, pochi sanno che egli operò con serenità d’animo anche nella vicina Romagna, regalando alle genti della Via Emilia capolavori che ora, finalmente, l’Apt Emilia Romagna ha deciso di onorare dando la giusta considerazione.
Lo fa nel modo che gli è più proprio, cioè proponendo al grande pubblico viaggiatore un percorso ad hoc sulle tracce lasciate dal grande pittore medievale. Un percorso che ha inizio visitando la “Madonna con il bambino” nella Pinacoteca di Bologna, per arrivare innanzi al “Cristo in croce” nel Tempio Malatestiano di Rimini, passando per Faenza, Forlì e Verucchio, dove l’impronta indelebile del Maestro si rinnova nelle opere di numerosi suoi discepoli.
Ma la notizia che più ha stimolato la fantasia dei visitatori del Bit di Milano (chiude domani), è la scoperta fatta dalla pittrice Rosetta Borchia e da Olivia Nesci, docente di Geomorfologia all’Università di Urbino, secondo cui i paesaggi che fanno da sfondo alla “Gioconda” di Leonardo da Vinci, altro non sono che la riproduzione di scorci paesaggistici presenti nel retroterra Riminese.
I rilievi effettuati dalle due autrici della scoperta, che a oggi nessun critico pare abbia messo in discussione, permettono di accostare lo sfondo alle spalle di Monna Lisa a vedute paesaggistiche della dorsale appenninica situate tra Pennabilli, l’Alpe della Luna, il fiume Marecchia, Casteldelci e Montevecchio.
Il dipinto di Leonardo da Vinci non è l’unico a essere collocato in questo ambiente. Già in passato, infatti, le due ricercatrici avevano individuato in alcune opere di Piero della Francesca scorci che si trovano nelle Marche e in Emilia Romagna. In particolare nel “Ritratto di Battista Sforza” (inserito nel Dittico dei Duchi in mostra agli Uffizi di Firenze) e in “San Gerolamo e un devoto” (Galleria dell'Accademia di Venezia). Per meglio rivalutare questi paesaggi, le autorità locali coordinate dall'Apt Emilia Romagna hanno deciso di allestire dei musei a cielo aperto con “balconi” di osservazione da cui i turisti possano ammirare e godere la bellezza dei paesaggi circostanti, che le tele dei grandi pittori hanno reso immortali.