Vino, Ice Usa contro il proliferare di eventi promo fatti da singoli enti periferici

In merito all’articolo pubblicato martedì 30 luglio sul blog TerraNostra “ilsole24ore.com” con il titolo “ Vino, Italia chiama Francia per fare la promozione in Usa”, ricevo dal direttore della Rete Usa dell’Istituto per il Commercio Estero (Ice), dr. Pier Paolo Celeste, la seguente lettera che volentieri provvedo a mettere in rete (titolo e sommario sono di Terra Nostra, ndr).

<Egregio dottore, per promuovere il vino italiano negli Usa, Ice New York ha organizzato, dal 2009 al 2011, Vino: Italian wine week,  la Settimana del vino italiano in America. L'obiettivo era quello di concentrare in un unico contenitore le decine di iniziative organizzate annualmente in America da regioni, consorzi, province, ecc. che spesso, come credo Lei sappia già, hanno un limitato impatto promozionale e commerciale su un mercato vasto come quello statunitense.
<Questa strategia promozionale rimane ancora valida, anche se  negli ultimi due anni, non è stato possibile dare continuità alla  convention, per le note ragioni di mancanza di fondi. In sostituzione di Vino, per non fare l'ennesima degustazione promossa da gruppi istituzionali italiani,  è stato deciso, dopo una ponderata riflessione, di facilitare la partecipazione dei nostri produttori a collaudati eventi statunitensi di settore. Mi riferisco a eventi  già esistenti che hanno avuto un buon successo e che richiamano ogni anno la partecipazione di centinaia di aziende vinicole provenienti da tutto il mondo. Tra queste abbiamo realizzato con successo la partecipazione dell’Ice alla Boston wine expo (Vigneti Melini 3<Un esempio di altre attività … è la promozione enogastronomica e vinicola, dal titolo “Italian dine out” che ha visto per la prima volta il coinvolgimento di ben 23 tra i migliori ristoranti italiani di Manhattan. L’iniziativa, organizzata  nel quadro delle attività previste nell’ambito dell’anno della Cultura italiana, si è tenuta dal 26 giugno al 6 luglio scorso, in concomitanza con la presenza delle aziende italiane alla Summer fancy food show.

Sopexa dopo i Piemontesi offre servizi anche a Ice Usa

<La decisione del gruppo di produttori regionali piemontesi di non aderire alle nostre iniziative ma di rivolgersi invece a un'agenzia privata, come la Sopexa, non è stata motivata certamente dalla indisponibilità dell'Ice a farli partecipare alle iniziative  in programma, o di assisterli per organizzare, un loro evento autonomo ad hoc come fatto dai "francesi.
<Pur non mettendo in dubbio la capacità della Sopexa come organizzatrice e promotrice di eventi nel campo agroalimentare (la conosciamo benissimo da decenni e, in questa sua  nuova veste di agenzia privata, ha offerto servizi anche a questo ufficio Ice), dobbiamo rilevare che l'evento curato dalla stessa, e del quale ha riferito nel Suo Blog, non ha avuto altrettanta attenzione da parte del stampa NewYorkese, e tanto meno degli addetti ai lavori che ricevono decine di inviti a eventi vinicoli, ai quali dedicano, tranne eccezioni, limitata attenzione.
<Per le ragioni sopra esposte è importante offrire ai produttori vinicoli italiani  un evento della portata di Vino, che nell'edizione 2010 ha visto la presenza a New York di quasi 300 aziende vinicole italiane come pure dei principali buyer e opinion leader del settore provenienti da tutti gli stati dell’Unione. Il formato della convention autonoma, che raggruppa tutte le iniziative vinicole italiane negli Usa rimane, a nostro avviso,   il modello vincente.
<Augurandomi di incontrarLa presto qui da noi, resto a Sua disposizione e la saluto cordialmente>.

Pier Paolo Celeste

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Ringrazio il dottor Celeste per la lettera e per le numerose informazioni che ci fornisce di prima mano su quanto accade in fatto di promozione del vino italiano sul mercato statunitense. Il primo per giro d’affari a livello internazionale. Concordo con lui sul tentativo di concentrare in pochi eventi le tante, troppe manifestazioni promosse singolarmente da consorzi, regioni, province e chi più ne ha più ne metta. Ma se questo tentativo gira ancora a vuoto vuole dire che c’è qualcosa che non funziona. E sicuramente non è colpa dell’Ice. Personalmente resto dell’avviso che bisognerebbe rivedere a livello politico di governo sulle scelte fatte in passato di affidare a organismi periferici i due terzi del budget pubblico (Ue…) per la promozione del vino italiano nei paesi terzi, peraltro senza che detti beneficiari diano pubblica risposta sui ritorni ottenuti. Quanto all’evento organizzato da Sopexa per i vignaioli piemontesi, il senso del post da me scritto sta proprio in questo accordo che, di fatto, ha messo fuori gioco istituzioni di bandiera. Addirittura ora apprendiamo che la stessa Sopexa propone servizi anche all’Ice. Beh, che dire… Vive la France? O è il caso che l’Italia si attrezzi…? (ndb)