La Francia corre al capezzale del vino italiano per fare promozione negli States of America. Può sembrare una battuta infelice o, se si vuole, una provocazione scostumata. Non è né l’una né l’altra, ma il semplice accadere di un evento tenutosi non più tardi di ieri a New York, dove una trentina di aziende vinicole del Belpaese, esattamente piemontesi, ha chiesto a Sopexa, società di promozione francese, di organizzare l’evento stesso. Snobbando evidentemente l’Istituto nazionale per il commercio estero.
I fatti dicono di case vinicole aderenti al Consorzio “Piemonte Land of Perfection” che hanno preso parte a una serie di iniziative organizzate da Sopexa e dalla rivista Wine Enthusiast per promuovere la conoscenza e la diffusione dei vini della regione sul grande mercato americano. All’iniziativa del Consorzio, creato di recente sotto l’egida della Regione Piemonte, hanno aderito rappresentanti degli istituti di tutela del Barolo e Barbaresco, Barbera, Dolcetto d’Alba, Moscato d’Asti, Gavi, Grignolino e Arneis. Praticamente tutti i vini a denominazione di origine doc e docg piemontesi. (nella foto le vigne di Castello di Gabiano)
La cronaca di chi vi ha partecipato racconta di un seminario introduttivo sul mercato americano affidato al presidente dell'Italian Wine & Food Institute, Lucio Caputo, già dirigente Ice e massimo esperto di vini italiani in Usa. I lavori sono poi proseguiti con degustazione di vini piemontesi, naturellement, quindi una cena di gala con importatori, buyer di catene distributive, giornalisti di testate specializzate.
A quanto pare, nessun imbucato o amici degli amici che stanno lì solo per passare una bella serata a spese della comunità, come spesso accade di vedere in simili iniziative.
Per quanti non lo sapessero, Sopexa è una società di diritto francese che, come la nostra Ice, si occupa di promozione sui mercati internazionali. Costituita come società a capitale misto, è sempre stata sotto il controllo pubblico, fino a quando monsieur le Président Sarkozy ha deciso di avviare le privatizzazione di taluni servizi non propriamente di pubblica utilità. Come Sopexa, appunto, che, passata interamente in mani private, ha deciso di andare a cercarsi i clienti dove e come vuole, offrendo loro servizi efficienti, puntuali e a tariffe competitive. Più chiaro di così.