Impegno sociale, impresa, scienza, attualità e vino. Le diverse identità della cultura sono al centro della XXXII° edizione del Premio Masi che da oltre trent’anni celebra la vivacità creativa di persone e istituzioni impegnate ad affermare e a promuovere i valori fondanti della società e del vivere civile. La giuria presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti ha annunciato oggi i nomi dei vincitori: la cerimonia di premiazione e firma delle botti di Amarone avverrà sabato 5 ottobre nella sede della Fondazione Masi a Gargagnago di Valpolicella.
Vincitrice del “Grosso d’oro Veneziano” è Marjane Satrapi, la scrittrice iraniana autrice del romanzo autobiografico a fumetti “Persepolis”, diventato anche un film d’animazione, per il suo impegno nella difesa dei valori universali di libertà, giustizia e integrità umana, attraverso la denuncia della repressione del regime in Iran. Tre i premiati per la “Civiltà Veneta”: l’imprenditore tessile Giovanni Bonotto, che ha introdotto nel suo settore il concetto di “fabbrica lenta”, dimostrando che l’artigianato d’arte può garantire un futuro all’imprenditoria italiana; Giacomo Rizzolatti, che è entrato nel gotha degli scienziati con l’individuazione dell’esistenza nel cervello dei neuroni specchio, ha contribuito in modo significativo allo sviluppo delle neuroscienze ponendo le basi scientifiche dell’empatia tra esseri umani; e Sergio Romano, ambasciatore, giornalista, storico, scrittore e interprete di riferimento dell’attualità e della storia passata.
Infine il premio “Civiltà dl Vino” va al progetto “Le vigne di Venezia” che riunisce tre “archeologi e pionieri della vite” (Terre di Venezia/ Venissa – Bisol; Orto di Sant’Erasmo – Michel Thoulouze; Associazione La Laguna nel Bicchiere 7Le vigne ritrovate – Flavio Franceschet) per aver recuperato le vigne storiche della città di Venezia e della sua laguna.
Per Sandro Boscaini, presidente del gruppo Masi, “gli imprenditori devono essere in prima linea nella promozione della cultura”. In questo senso “il Premio e la Fondazione Masi sono strettamente legati alla nostra storia produttiva e hanno come obiettivo quello di tradurre in valore aggiunto per le nostre comunità il successo di un vino, l’Amarone, espressione d’eccellenza del nostro territorio. In questi trent’anni abbiamo cercato gli interpreti migliori di quei valori che hanno fatto grande la nostra regione e il nostro Paese e sui quali dobbiamo continuare ad investire”.