Arte e vino binomio sopraffino. Da che mondo è mondo l’arte ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il vino, e viceversa. Le baccanti di Dioniso del mosaico di Cipro lo testimoniano da millenni, ce lo ricordano tutte le volte che si visita un museo o si ha a che fare con un vaso in terracotta decorato di figure danzanti che incantano l’anima. D’altra parte, non si dice che il vino c’è chi lo fa “con i piedi” (letterale) e chi con arte? Va da sé, noi preferiamo la seconda versione. Alzi la mano chi non è d’accordo.
E alzi ancora la mano chi non canterebbe le lodi a vini come La Grola e La Poja, i due rossi firmati da Allegrini che dopo domani, lunedì 24, festeggiano il trentennale dal lancio nel modo più consono possibile. Ovvero in un luogo eletto al mondo dell’arte, qual è il Solomon Guggenheim di New York. Un grande vantaggio per la casa veronese, socia sostenitrice del progetto Corporate Membership con il quale la Intrapresae Collection Guggenheim di Venezia si propone di rafforzare sempre più i legami tra arte e cultura del vino.
A fare gli onori di casa ci sarà il presidente Marilisa Allegrini (foto) che, per l’occasione presenterà anche una nuova edizione, a tiratura limitata, di bottiglie La Grola avente un’etichetta disegnata da Milo Manara, eclettico illustratore di fama internazionale. La stessa mostra poi verrà replicata, a inizio settembre, nella sede italiana del Guggenheim, appunto a Venezia.
Azienda di famiglia tra le più antiche del Veronese, Allegrini fa parte dell’associazione Famiglie dell’Amarone (di cui Marilisa è presidente) e dunque sostenitrice di una politica produttiva che non ceda alle facili improvvisazioni. Una scelta estesa a tutte le quattro tenute di proprietà (Allegrini e Corte Giara (foto) in Valpolicella, Poggio al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino) e che dà i frutti attesi. Nel 2012, infatti, nonostante la grave crisi dei consumi domestici che colpisce anche il settore alimentare, i conti dell’azienda hanno chiuso con 4,1 milioni di bottiglie e il fatturato a quota 27 milioni di euro, con una crescita sull’anno prima del 20 per cento. Un successo conseguito grazie all’andamento delle esportazioni che incidono per l’88% sul fatturato.