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Cambio della guardia al vertice delle Famiglie dell’Amarone d’Arte, l’associazione delle aziende storiche della Valpolicella nata nel 2009 con l’obiettivo di tutelare l’immagine di eccellenza del grande vino Veronese. L’assemblea dei soci – tenutasi in concomitanza con il Salone internazionale VinItaly, che quest’anno sta registrando un record di visitatori con crescita a due cifre – ha nominato all’unanimità Marilisa Allegrini dell’omonima azienda di Fumane, nonché confermato il vice presidente Stefano Cesari e cooptato un secondo vice nella persona di Sabrina Tedeschi.
Cambia il presidente ma non gli obiettivi della compagine associativa presieduta fino a ieri da Sandro Boscaini, patron della Masi Agricola, che nel discorso di commiato ha sottolineato come "tutto sembra andar bene per l'Amarone, ma i produttori storici sono preoccupati: con l'aumento progressivo delle quantità c'è anche uno svilimento di prezzo e di posizionamento. Le Famiglie dell’Amarone se ne sono rese conto già nel 2009, quando si sono riunite per chiedere il rispetto del prodotto bandiera del Veneto e per dare l'allarme. Sono onorato di essere stato presidente di questo gruppo e di aver sollevato il problema dell'identità e del rispetto dell'Amarone e facendo nel contempo conoscere nel mondo autentiche espressioni della tradizione del territorio della Valpolicella. Lascio ora per un doveroso avvicendamento un’associazione nella quale impegnati produttori credono, tutelano e promuovono il proprio prodotto come valore e traino della nostra enologia."
Onorata del nuovo incarico s’è detta Marilisa Allegrini, assicurando continuità di vedute con quanto fatto finora e l’auspicio di rafforzare ancora di più il ruolo dell’associazione. “Se la Valpolicella in questi ultimi anni ha raggiunto con i suoi vini e, in particolare con l'Amarone, i vertici dell'enologia internazionale, lo si deve all'impegno e all'intelligenza di molte e differenti realtà produttive unite nelle Famiglie dell'Amarone e nel suo dogma di eccellenza. Accanto ai successi – ha proseguito Allegrini – emergono alcune difficoltà e contraddizioni che non ci nascondiamo: fra esse il rischio che l'Amarone, da vino frutto di poderi d'alta vocazione collinare, conosca, a causa di una non credibile aspettativa di profitti più facili, una dannosa massificazione che ne comprometta i livelli qualitativi. Per difendere l'Amarone, bene comune della Valpolicella e del mondo del vino italiano, occorre ridare fiato ad un tavolo di confronto fra tutti gli attori della produzione, contando su di un clima di totale disponibilità, ma che abbia ben chiara l’urgenza di decisioni rapide e non ambigue. Vorrei infine ricordare che una delle iniziative intraprese dalle Famiglie, a me piace considerarlo un "dono" alla città di Verona, è stata l'acquisizione del locale storico La Bottega Del Vino, rarissimo esempio di sforzo collettivo a salvaguardia di un patrimonio, prima di tutto storico-culturale. Sarebbe bello – ha concluso la neo-presidente dell’associazione – che da lì partissimo, vignaioli, ristorazione veronese, ospitalità alberghiera, a discutere di come, tutti assieme, si possa rilanciare il profilo dell'accoglienza in una città che deve, con concretezza, saper volare alto”.
L’associazione Famiglie dell’Amarone d’Arte riunisce 12 aziende storiche della Valpolicella (Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi Agricola, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant'Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato.) e rappresenta una fetta importante nel Pil vitivinicolo del settore, con un valore del fatturato complessivo che sfiora i 37mln di euro di cui oltre l’81% destinato all’export, in particolare Canada, Svizzera, Stati Uniti, Svezia, Germania.