La vendemmia non è dietro l’angolo, ma il #mercato del #vino ha preso una piega che preannuncia tempesta. Per questo esponenti della produzione, a cominciare dall’#Assoenologi, fanno sapere che forse è tempo di tornare ad adottare misure come la distillazione preventiva, di cui si era persa traccia negli ultimi anni, e la vendemmia verde. Interventi, cioè, necessari per prevenire stati di crisi di ben più ampia portata.
La causa di ciò sta nel malanno invisibile di #Covid-19 che, nel mentre continua a mietere vittime tra gli umani, sta frenando pericolosamente l’economia mondiale. Con il pianeta bacchico che, al pari di altri settori produttivi, accusa la forza distruttrice di principi, costumi e modelli di vita che ritenevamo fortemente consolidati. Ci si era illusi.
È di facile lettura, infatti, che l’invisibile #Coronavirus venuto dall’altra parte del mondo si sta rivelando nemico ferreo contro il consumo di vino, in contrazione un po’ dovunque, considerato che il confinamento sociale (o lockdown, per stare aggiornati) ha indotto una miriade di locali pubblici ad abbassare la saracinesca. Con l’ovvia conseguenza che ad aprile inoltrato sono tutt’altro che pochi gli enopoli e le singole cantine che si ritrovano con le cisterne piene.
Certo, non è questione di fine vita. Ma con l’invenduto che rischia addirittura di aumentare nei prossimi mesi, è giocoforza fare ora delle scelte appropriate. Giacché rinviarle all’ultimo minuto metterebbe a serio rischio un settore vitale della filiera agroindustriale nazionale.
Ed è proprio questo l’intendimento dell’Associazione enologi italiani che in una nota alle autorità competenti, in primis il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova, e alle associazioni di categoria, chiede l’adozione di misure agricole ed economiche che permettano di prevenire disgrazie ben maggiori causate dal persistere del micidiale Coronavirus. Tra le proposte preminenti, ecco appunto la #distillazione volontaria di crisi e la #vendemmia verde.
Non solo, ma anche l’utilizzo di alcool avviato all’emergenza sanitaria. Come pure misure economiche e finanziarie che prevedano la sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali, di accesso al credito a breve e medio termine al fine di sostenere produzione e commercializzazione dei prodotti. E ancora, garanzia pubblica e privata per ottenere finanziamenti. E altro ancora.
Nel dettaglio, per il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella “il mondo del vino, a causa del Covid-19 sta vivendo una situazione difficile che preoccupa, anche se non svilisce i buoni propositi di ripresa per il futuro”. Ma perché vi sia tale rilancio “sono necessarie azioni e sostegni che consentano di traghettare le nostre aziende fuori dall’emergenza”.
Di qui la discesa in campo a fianco delle imprese vitivinicole, e la richiesta di “attivare anteriormente alla prossima vendemmia la distillazione volontaria di crisi”. Richiesta che Cotarella sottolinea debba “essere del tutto volontaria” per sostenere i piccoli produttori che non hanno capacità sufficienti per stoccare vino per lunghi invecchiamenti e cantine non ancorate alle catene della grande distribuzione.
Invero, il presidente di Assoenologi suggerisce anche l’opzione vendemmia verde. Una pratica agronomica “che nessun agricoltore riuscirebbe ad accettare e cioè lasciare in campo il frutto del proprio lavoro”. Per questo sarebbe opportuno che tale scelta fosse adeguatamente remunerata a prezzi delle uve “non inferiori a quelli di mercato”, e anche a garanzia di possibili azioni speculative.