Entro fine anno, massino fine inverno, Veronafiere potrà indossare la casacca della Società per azione. Il CdA dell’ente autonomo scaligero presieduto da Maurizio Danese, nell’incontro di oggi ha infatti votato all’unanimità la trasformazione della Fiera in Società per azioni.
Era da tempo che se ne parlava e ora, dopo avere incassato anche il via libera del Comune di Verona, primo socio dell’Ente fiera con il 37,04%, la procedura può ufficialmente decollare. Gli altri soci sono, nell’ordine: Fondazione Cariverona (22,59%), Camera di Commercio di Verona (12,18), Banca Popolare di Vicenza (6,62), Società Cattolica di Assicurazione (6,64), Banca Popolare Verona (6,57), Veneto Agricoltura (5,05), Provincia di Verona (1,31), Intesa San Paolo (1,01), Banca Veronese CC di Concamarise (0,66), Immobiliare Magazzini (0,18) e Regione Veneto (0,15).
Il CdA ha quindi dato mandato al presidente Danese e al direttore generale Giovanni Mantovani di gestire gli atti relativi alla preparazione di un piano di riordino e trasformazione dell’Ente fieristico da sottoporre alla Giunta Regionale per l’approvazione. L’iter dovrebbe durare non meno di sei mesi.
Istituita dal Comune veronese nel lontano 1898 come evento fieristico collegato all’agricoltura e ai cavalli, oggi Veronafiere è riconosciuto come “primo organizzatore diretto di manifestazioni in Italia, secondo
per redditività e ai vertici in Europa”, è scritto in una nota diffusa dallo stesso ente. Leader nel settore agricolo e agroalimentare, Veronafiere “nel corso degli anni ha sviluppato nuove aree di interesse quali edilizia, costruzioni, trasporti, automotive, arredamento, sport & turismo e formazione universitaria e professionale.
Il consuntivo 2015 di Veronafiere è stato di 75,6 milioni di euro, mentre a livello di gruppo sale a 89,5 milioni. Tra controllate e partecipate figurano: Veronafiere Servizi (51%), Piemmeti (90), Tandem Communication (100), Veronafiere do Brasil (50,9), Metef (50), Médinit (51) e Designwine (27,8).