Entro il 2020 la produzione italiana di latte dovrebbe aumentare del 5% rispetto ad oggi, per attestarsi intorno a 115mila tonnellate, mentre il numero delle stalle è stimato in forte calo a 23-24mila aziende, rispetto alle attuali 38mila e 200mila di venti anni fa (nella foto il toro Varenne: esemplare di Chianina Romagnola di 4 anni e mezzo e 15 tonnellate di peso, mentre viene accudito dalla signora Cenni,titolare dell'omonima azienda agricola di Riolo Terme).
Si tratta di proiezioni riportate, rispettivamente dal direttore dell’Osservatorio mercato prodotti zootecnici, Daniele Rama e da Paolo Scrocchi, dg dell’Associazione italiana allevatori (Aia) nel corso della presentazione a Fieragricola, a Verona, degli annuari del latte e della carne curati dall’Alta scuola di management ed economia agroalimentare dell’Università Cattolica (Smea).
La filiera del latte italiano vale 27,8 miliardi di euro. E, secondo quanto riporta il sito “Agricolae.eu”, sta vivendo un momento positivo sul fronte del mercato, con riflessi positivi in particolare nelle regioni del Nord Italia, dove si concentra l’83,6% della produzione commercializzata nazionale. Tuttavia, a destare preoccupazione è secondo Renato Pieri di Smea «il calo della redditività per i produttori, pari a -6,2 per cento>. Pesa sempre meno il comparto dei bovini da carne: nell’arco di un decennio ha perso il 5,4%, a fronte di un valore che nel 2012 ha sfiorato 3,6 miliardi di euro (+3,8% sul 2011).
Anche la suinicoltura soffre la crisi, con un numero di scrofe allevate in calo: attualmente sono meno di 500.000, il 30% in meno rispetto a cinque anni fa.