Il 2014 è stato per il gruppo Barilla un anno <estremamente positivo, da farci sentire molto soddisfatti dei risultati conseguiti>. Con il fatturato in crescita del 2% a 3,25 miliardi di euro, le vendite a volume superiori a 1,8 miliardi di tonnellate (+3,1%), l’Ebitda (o Margine operativo lordo) a 427 milioni, da 409 dell’esercizio precedente, e un indebitamento in sensibile contrazione (250 milioni da 347 del 2013), tanto da presupporre a breve l’azzeramento e il passaggio al segno più. Tutto questo, in un contesto congiunturale domestico che accusa maggiori difficoltà di riscatto rispetto a quello di altri paesi, con il business di pasta, sughi e prodotti da forno suddiviso pressoché 50&50 tra Italia e mercati internazionali.
Guido Barilla, presidente dell’omonimo gruppo alimentare fondato a Parma 138 anni fa, parla con voce pacata e sicura. E anche se fa quasi tenerezza sentir dire che <l’azienda ha una dimensione regionale, con l’ambizione di volere crescere a livello internazionale>, come se i 30 siti produttivi di cui 16 fuori dall’Italia, gli 8mila e più dipendenti e le vendite in 100 paesi non fossero di per sé numeri sufficienti a definire una vocazione da multinazionale, chi lo ascolta non ha difficoltà a intuire che quest’anno l’azienda di Parma ha parecchio da dire.
Motivo più che sufficiente per giustificare al suo fianco la presenza, ieri al Circolo della Stampa di Milano, dell’amministratore delegato Claudio Colzani e numerosi altri top manager, responsabili di settore. Con il presidente che ha subito fatto riferimento all’impegno dato da #Barilla nella preparazione ed elaborazione della “Carta di Milano”, vale a dire il documento che contempla tutta una serie di interventi per la #sostenibilità e una migliore redistribuzione delle #risorse nel mondo, che #Expo Milano 2015 consegnerà a fine ottobre nelle mani del Segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon.
Il presidente del gruppo alimentare è orgoglioso di questa “Carta”, che riprende molto dei lavori sviluppati dal Centre for food nutrition istituito sette anni fa dal gruppo di Parma. Non meno partecipazione evidenzia nel sillabare la serie di investimenti realizzati per innovazioni tecnologiche funzionali ai processi produttivi e al miglioramento della qualità dei prodotti.
Ecco allora i 15 milioni di euro spesi per nuovi silos e centro ferroviario realizzati nella sede centrale di Parma, grazie al quale sarà possibile trasferire dai Tir al Treno una gran quantità di materiali e beni da movimentare. Con inevitabile e drastico taglio di immissioni di CO2 nell’ambiente. Ecco allora i 20 milioni utilizzati per produrre pasta gluten free negli stabilimenti #Usa, o i 15 milioni che hanno permesso di raddoppiare la produzione di pasta e pane in #Russia, mercato che a dispetto della crisi politica con l’Europa sul contenzioso #Ucraina è in forte crescita.
E che dire dei 50 milioni spesi per ampliare lo stabilimento di boulangerie in Francia. Per non dire dei nuovi ristoranti firmati da Barilla, per il momento riservati alla megalopoli di New York, dove in autunno verrà aperto il terzo punto; e già si parla di estenderli anche al resto degli Usa. Per #l’Europa bisogna attendere tempi migliori.
Dunque, consuntivo, investimenti, ma anche lancio di nuovi prodotti. Che, come ha spiegato l’a.d. Colzani, sono diversi e interessano più paesi e le diverse aree produttive del gruppo. È il caso del “pane con cioccolato” che ricorda molto il fu panino con la barretta di cioccolato degli scolari degli anni Cinquanta; la pasta “pronto Barilla” che cuoce in 10 minuti senza l’ausilio di acqua e <con un notevole risparmio di energia e tempo, senza per questo perdere il classico gusto del piatto di pasta all’italiana>.
Infine, ultimo ma non il minore, l’annuncio di una partnership con la multinazionale degli elettrodomestici Whirlpool per il lancio di un combinato disposto fatto di confezioni di pasta e sughi speciali da cucinare con l’utilizzo di un microonde intelligente da vendersi unicamente attraverso la rete on-line.
Insomma, è proprio il caso di dire che mai come ora sul fuoco di casa c’è tanta pasta Barilla che bolle. Anche senz’acqua.
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