Il Concorso Pianistico internazionale Fryederyk Chopin di Varsavia è considerato il non plus ultra dei concorsi di piano per giovani musici di tutto il mondo. Il solo parteciparvi è una prova di orgoglio e prestigio per i candidati ammessi a confrontarsi su partiture del grande e impareggiabile pianista polacco.
Istituito dal “pianista ed educatore polacco” Jerzy Żurawlew nel 1927, il Concorso ha una cadenza quinquennale, non rispettata negli anni bui della guerra. E, purtroppo, saltata anche nell’anno tragico della pandemia sanitaria, sicché la 18.a edizione pervista nel 2020 si è tenuta quest’anno dal 2 al 23 ottobre.
Vi hanno partecipato pianisti provenienti da ogni parte del mondo, con la giuria internazionale composta da una quindicina di personalità tra docenti di musica e virtuosi pianisti di fama mondiale, che ha assegnato il primo premio (45mila euro) a Bruce Xiaoyu Lin di nazionalità canadese che ha presentato il suo repertorio suonando con un piano Gran Coda Fazioli made in Italy.
Il secondo premio ex equo è andato all’italiano Alexander Gadjiev, classe 1994 e al giapponese Kyohei Sorita. Inoltre tra i primi 5 finalisti anche l’altra italiana Eleonora Armellini.
Su questo importante appuntamento il blog TerraNostra è lieto di ospitare un commento del Maestro milanese Massimiliano Caldi, direttore principale della Filarmonica dei Precarpazi di Rzeszów (Polonia), e vincitore nel 1999 del Primo premio con medaglia d’Oro del Concorso “G. Fitelberg” di Katowice, nonché premio “Gazzetta Italia” di Varsavia nel 2018. (ndb)
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di Massimiliano Caldi
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Non c’è volta in cui io diriga o anche solo che entri nella magnifica sala della Filarmonica Nazionale di Varsavia, dove si svolge la manifestazione, senza che il mio pensiero vada immancabilmente all’unico italiano – milanese – che vinse il Primo Premio alla 6.a edizione, quella del 1960, e cioè Maurizio Pollini. Curiosamente, anche io, milanese, sono ancora adesso l’unico italiano ad aver vinto la 6.a edizione del Concorso di Direzione d’Orchestra “G. Fitelberg” di Katowice, nel 1999.
Oltre a Maurizio Pollini nel 1960, i vincitori delle successive edizioni sono stati, tra gli altri, Martha Argerich nel 1965, Garrick Olssohn nel 1970 e Krystian Zimerman nel 1975, solo per citare alcuni tra i più noti.
I candidati ammessi a Varsavia (dopo varie selezioni svolte altrove) sono circa 65 e il Concorso si svolge in quattro fasi: le prime tre, a eliminazione, che prevedono musiche per pianoforte composte esclusivamente da Chopin dunque, Studi, Preludi, Notturni, Valzer, Mazurche, Ballate.
La quarta, la Finale, a cui vengono ammessi 10/12 partecipanti, prevede l’esecuzione di uno dei due concerti per pianoforte e orchestra sempre di Chopin, con l’accompagnamento della Filarmonica di Varsavia diretta dal Direttore Stabile.
I vincitori portano a casa un bel gruzzolo di euro e di contratti e molta, molta immediata notorietà.
Quest’anno, al Concorso Chopin, l’Italia ha orgogliosamente detto la sua: per la prima volta nella storia del Concorso, sono entrati in finale ben due connazionali, il goriziano Alexander Gadjiev (secondo premio ex equo con Kyohei Sorita, dopo il vincitore Bruce Xiaoyu Lin) e la padovana Leonora Armellini che si è aggiudicato il quinto premio. Inoltre Gadjiev si è portato a casa pure il premio speciale “K. Zimerman” (vincitore nel 1975) per la miglior esecuzione della Sonata in si bemolle di Chopin.
Questi due pianisti italiani vantano già affermazioni precedenti a concorsi internazionali ed hanno entrambi 30 anni.
Nel corso degli ultimi 12 anni ho avuto il piacere e l’onore di incontrarli all’opera: in particolare, accompagnai per la prima volta Leonora Armellini – che allora era poco più che diciasettenne – ancora un po’ acerba ma già con la stoffa della grande concertista, in occasione di un concerto mozartiano al Festival Dino Ciani a Cortina d’Ampezzo nel 2009.
Mentre con Alexander Gadjiev, in tempi più recenti, eseguimmo al Teatro Dal Verme di Milano Il concerto per violino di Beethoven nella rara versione pianistica dello stesso autore.
Tornando al concorso polacco, un altro motivo di orgoglio per noi Italiani è determinato dal fatto che ben 3 finalisti su 12 hanno scelto di eseguire Chopin su pianoforte “Gran Coda” marca Fazioli e sono stati premiati con il primo, il terzo ed il quinto premio (appunto, la “nostra” Armellini).
La ditta Fazioli che ha sede a Sacile, in Friuli, compie proprio quest’anno 40 anni di attività e questo riconoscimento ricevuto al più prestigioso concorso pianistico del mondo ha costituito, senza ombra di dubbio, la migliore coincidenza per festeggiare questo compleanno importante.
Ai due giovani artisti e alla Fazioli gli auguri personali e di quanti amano la musica.