Dopo il cibo e i tessuti, ecco andare in scena la “scarpa naturale”, ecologica, frutto di ricerca e innovazione rispettosa di un processo produttivo privo di residui inquinanti per l’ambiente.
L’articolo, assicura lo stilista che l’ha prodotta e si appresta a lanciarla, è simile e funzionale in tutto e per tutto a una calzatura tradizionale, con il tratto distintivo di “essere fatta utilizzando unicamente materie prime ecosostenibili certificate”.
Come dire, pelli conciate con materiali che escludono cromo e minerali pesanti; coloranti estratti da fiori e piante e resine vegetali al posto di collanti di sintesi; tomaia e suola in cuoio assemblate con la tecnica del Goodyear flex e cucitura fatta a mano con spago di lino e uso di cera d’api.
Insomma, una scarpa “resistente, morbida, pensata in funzione di tutela della salute, in grado di preservare l’ecosistema e la speranza di contribuire a rendere migliore il futuro delle generazioni a venire”.
L’autore di cotanto prodotto si chiama Silvano Sassetti (nella foto), ha 54 anni e dispone di un laboratorio di produzione a Monte San Pietrangeli, nelle Marche: da oltre 40 anni disegna e produce a suo nome e anche per conto di prestigiose griffe, calzature destinate a una fascia alta di mercato.
La notizia era destinata a restare top secret fino al Salone della calzatura Micam, in calendario a Milano dall’11 al 14 febbraio. Se non fosse per una indiscrezione da fonte internazionale che racconta di una primaria catena di distribuzione elvetica, specializzata nella vendita di alimenti biologici, che avrebbe inoltrato all’azienda marchigiana un primo ordine di 350 paia di scarpe bio da uomo e da donna.
Fatto ancor più curioso è che le calzature in questione verrebbero proposte in vendita in appositi corner che la stessa catena starebbe progettando all’interno dei propri negozi di frutta, verdura e gastronomia bio certificati.
Un approccio, par di capire, che allargherebbe l’ambito commerciale della calzatura a spazi con lineari già deputati alla vendita di alimenti naturali. Per di più frequentati da una clientela potenzialmente propensa a considerare questo tipo di acquisto.
Contattato da “TerraNostra”, l’imprenditore marchigiano è sembrato sorpreso e per questo non ha voluto commentare l’indiscrezione elvetica. Ha però confermato il lancio ufficiale al prossimo Micam della scarpa naturale, inteso come articolo di un più ampio progetto denominato “Pensiero di vita” che fa da cappello a una serie di prodotti in pelle ecosostenibili, su cui lo stilista ha deciso di investire per il futuro.
Fondata dai fratelli Silvano e Florindo Sassetti nel garage di casa a Montegranaro nel 1977, l’attività dell’azienda marchigiana ben presto si afferma con prodotti di stile e qualità. Di qui la necessità di trasferirsi in una sede più consona per spazi e logistica, realizzata nella vicina Monte San Pietrangeli. Venuto meno il sodalizio tra i due fratelli, Silvano e sua moglie Nadia accentuano la loro propensione nel produrre scarpe d’alta gamma per marchi top come Armani, Christian Dior, Gucci, Ralf Laurent, Tod’s, Versace, Zegna …
La svolta arriva a cavallo del cambio di millennio, quando Sassetti decide di affiancare alle lavorazioni per conto anche una linea con il proprio nome. Scelta che nei primi anni del Duemila si rivela strategica con l’ingresso in aziende dei figli Emanuele e Andrea. Che, come racconta il fondatore, “apportano nuove risorse, idee e obiettivi che si traducono in ulteriori stimoli e crescita dell’attività produttiva”.
Il risultato è che il calzaturificio partito con due persone e dieci paia di scarpe al giorno, oggi dà lavoro a una cinquantina di dipendenti, con una produzione stimata intorno a 35mila paia di scarpe l’anno, destinate per due terzi all’export e il restante terzo al mercato nazionale.
Per Silvano Sassetti questo tetto è considerato “ottimale a garantire articoli al massimo della qualità”. Non è però dato sapere se tale considerazione tiene conto del nuovo prodotto in rampa di lancio. La cui innovazione ha tutto per far cambiare i termini del ragionamento e relativo business.