Expo Milano 2015 si avvia verso il primo mese di attività con alcuni milioni di visitatori all’attivo. Quanti siano esattamente, non ne ho idea. Potrebbero essere tre, ma non mi meraviglierei se fossero anche quattro milioni.
La mia è una stima empirica, fatta osservando le presenze riscontrate nei 5 o 6 giorni di visita finora fatte. Senza contare quella di ieri, sabato 23 maggio, che probabilmente ha fatto il picco temporaneo, con molti padiglioni che presentavano all’ingresso code lunghe per decine e decine di metri.
Uno per tutti è il #PadiglioneVino, ufficialmente inaugurato ieri ma che, per stare ai numeri circolati di bocca in bocca, avrebbe avuto nelle tre settimane passate una media di 3/4mila visitatori al giorno. Tanti per essere uno dei siti che, data la complessità della struttura interna contenente 1.400 etichette suddivise per aree geografiche, ha richiesto un supplemento di lavoro prima di essere completamente pronta. Numeri che ne fanno l’enoteca più grande e tecnologicamente più avanzata d’Italia.
Comprensibile, dunque, la curiosità della folla che attendeva all’ingresso l’arrivo del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, accompagnato dall’a.d. di Expo Giuseppe Sala, dal presidente del Comitato scientifico del Padiglione Riccardo Cotarella, con il vertice al completo di Veronafiere responsabile della gestione del Padiglione Vino. Con loro, esponenti dell’imprenditoria nazionale, locale e soprattutto di settore. Compresi gli onnipresenti sempre pronti a mettersi in posa per la foto di rito. Per non dire del “dialogo” colorito tra video operatori media che, con la foga di riprendere e intervistare la personalità di turno, non risparmiano gomitate a destra e a manca con il rischio di mettere a repentaglio la validità della ripresa stessa.
Insomma, una gran massa eterogenea di personalità e personaggi che, così informemente aggrovigliata, è scivolata vociante nell’antro del Padiglione sorvolando sulla presenza di opere d’arte che rimandano all’origine di Enotria. Vasellame, anfore, oggetti che dal settimo secolo a.c. a oggi richiamano l’uva, il vino, dio Bacco forniti dalla Fondazione del #MuseodelVino #Lungarotti di Torgiano. Opere che solo l’essermi attardato all’ingresso mi ha permesso di vedere e gioire della loro bellezza, nonostante la poca leggibilità delle descrizioni a lato.
Sì, c’era davvero tanta gente ieri all’evento clou della giornata di #Expo2015, a simboleggiare l’importanza di un prodotto come il vino che, come ha affermato il ministro Martina, <rappresenta una metafora perfetta della capacità italiana di reagire alla crisi. Se pensiamo al percorso fatto dagli anni ‘80 a oggi capiamo la potenza dell’esperienza vitivinicola nazionale, che oggi vale oltre 14 miliardi di euro con più di 5 miliardi di export>.
Un Padiglione che come sostiene il direttore generale di #Veronafiere Giovanni Mantovani è stato <pensato per parlare a un pubblico, soprattutto straniero, che poco conosce di questo meraviglioso mondo del vino>.