Vino: l’Italia chiama la Cina risponde con una maxi delegazione di esperti

FERRARI PAESAGGI 0025Una delegazione cinese di 45 di super esperti del vino sarà ospite in Italia, dal 6 al 15 luglio, di due tra i più importanti enti consortili privati attivi nella promozione all’estero del vino made in Italy: l’Istituto Grandi Marchi, presieduto da Piero Antinori dell’omonimo casato fiorentino e il consorzio Italia del Vino, guidato da Ettore Nicoletto, ad del gruppo Santa Margherita della famiglia Marzotto.

La visita dei delegati cinesi rientra nel piano triennale di promozione del vino “Italia in Cina” e si svilupperà tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Trentino e Alto Adige, Umbria, Veneto. Tra i 45 ospiti figurano personalità di spicco: dal vice segretario generale di China Wine Association al professore del Collegio di agricoltura dell’Università di Pechino, Li Demei, ma anche produttori e opinion leader tra i quali Yingjie Chen, senior editor del magazine Wine, considerata tra le più importanti riviste che parlano di vino in Cina.

Per i due presidenti Nicoletto e Antinori <il progetto ‘Italia in Cina’ si inserisce nell’ambito di un preciso programma di azioni di formazione diretta sugli operatori di Cina e Hong Kong: due mercati che, dopo il calo delle importazioni del 2013, si confermano fortemente selettivi anche nel 2014. Questa situazione di stallo può diventare un’opportunità per l’Italia per recuperare posizioni rispetto ai suoi competitor, attraverso una promozione più unitaria. L’obiettivo di questa operazione è infatti fornire ai potenziali “ambasciatori” cinesi gli strumenti per comprendere la varietà e la complessità della nostra realtà vitivinicola, visitando i tanti territori, conoscendo i produttori, vedendo come nasce un grande vino italiano. Soltanto così potranno poi convincere in patria i propri clienti>.

Nei primi 3 mesi del 2014 le importazioni di vino in Cina confermano il riassestamento intravisto nel 2013, con un calo di circa il 20% sia a volume (-62 milioni di litri) che a valore (-312 milioni di dollari). A subire gli effetti del calo un po’ tutti i paesi esportatori: dalla Francia (-28,2% in volume e -29,7% in valore) all’Australia eStati Uniti, mentre il Cile tiene le posizioni, grazie a sconti sui prezzi. Stabili anche Italia e Spagna.