Le interviste di “TerraNostra”: Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit
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La tassa di soggiorno? <Un ginepraio di imposte locali da uniformare e, se possibile, eliminare>. I visti turistici? <Un ostacolo che scoraggia l’arrivo in Italia di un maggior numero di visitatori esteri. Vanno semplificati e resi pluriennali>. La promozione italiana nel mondo? <È essenziale farla ma non in modo sparpagliato, tanto più che le risorse disponibili sono davvero poche: assieme alle Regioni potremmo fare molto di più>. A questo dovrebbe pensarci Enit. <Ripeto: con quali risorse? Ma lo sa che su entrate statali per 18 milioni di euro, Enit ne spende 17 per la gestione e uno, dico 1 milione, per promuovere l’Italia nel mondo?>.
Andrea Babbi (foto), da gennaio direttore generale dell’Ente per la promozione del turismo italiano all’estero, è molto preoccupato ma determinato a fare goal. A domanda risponde, ma da questa sua prima intervista, rilasciata in esclusiva al blog “Terra Nostra – ilsole24ore.it”, non è difficile intuire che c’è molto da fare e i tempi magri dell’economia non aiutano a sviluppare il sistema turistico. Quando, invece, sarebbe opportuno avviare subito una strategia complessiva su un settore che è energia pura per il Paese: 32 miliardi di euro gli introiti 2012, secondo Bankitalia.
Dottor Babbi, se interpreto bene sta dicendo che i finanziamenti a Enit bastano appena per pagare i dipendenti: ha senso una cosa del genere?
La meraviglia non è solo sua. Tenga pure conto che vi sono altri enti che dispongono di molte più risorse di noi. Penso ai 12 milioni di euro dell’Apt Emilia Romagna (foto: Babbi con la presidente Apt Emilia Romagna Liviana Zanetti), ai 25 del Trentino, ai 28 della Sicilia per non dire dei 44 milioni che il governo svizzero affida al proprio ente turistico.
Quanti sono i dipendenti, dove operano, insomma come funziona l’Ente che dirige?
Enit dispone di 24 uffici nel mondo, di cui uno in Italia – la sede generale di Roma – per un totale di 200 dipendenti tra italiani (80) ed esteri (120). La rete necessita di una riorganizzazione che abbiamo già avviato su più fasce, cominciando dal ridurre il numero dei direttori (da 14 a 10), quindi abbiamo accorpato alcune sedi estere agli uffici di Ice, Camere di commercio e Regioni, mentre le rappresentanze di Tokyo, Pechino, Mosca e San Paolo del Brasile le abbiamo trasferite all’interno di ambasciate e consolati. In questo modo siamo riusciti in poco tempo a ridurre il personale e risparmiare più di 300mila euro di solo affitti.
Risparmi che immagino ora potete trasferire sul montante promozione. Ma bastano questi per mettere in moto il rilancio dell’Ente?
Noi ci proviamo; siamo all’inizio di un nuovo percorso e abbiamo il dovere di farlo. Certo, il problema delle risorse è fondamentale e il ministro della Cultura e del Turismo Massimo Braj e il Sottosegretario Simonetta Giordani se ne stanno occupando in seno al governo Letta, consapevoli dell’importanza del settore. In questa ottica si inserisce la convenzione che il presidente dell’Ente Pierluigi Celli ha firmato di recente con l’a.d. di Expo2015 Giuseppe Sala, per promuovere l’Esposizione universale attraverso la rete internazionale di Enit. Non da ultimo cito il tavolo di lavoro che abbiamo attivato con le Regioni e le associazioni di categoria per decidere assieme i programmi 2014, nonché le iniziative da prendere congiuntamente.
Preludio di accordi per fare e promozione in modo unitario?
Ci proveremo, magari mettendo fine a una miriade di campagne improduttive realizzate da realtà locali che all’estero pochi conoscono. Fondamentale in questo senso è l’avere riaperto un canale preferenziale con le Regioni, assurdamente inattivo da tempo, con le quali abbiamo cominciato a occuparci di turismo congressuale, per passare ora alle fiere e altri eventi. Non da ultimo cito l’esempio virtuoso di collaborazione con il ministero degli Esteri che ci ha aperto le porte di dieci ambasciate italiane all’estero, con Enit nel ruolo di sostegno al rilascio visti di ingresso in Italia. Ora, premesso che considero il visto un ostacolo antiturismo, resta il fatto che questo nostro servizio ha permesso di convogliare in Italia circa 200mila arrivi, oltre a quelli preventivati, con un introito di 12 milioni di euro in visti e oltre 100 milioni di valuta pregiata.
A proposito di dati, com’è andata questa estate 2013 che tra un temporale e l’altro si va lentamente congedando?
Troppo presto per fare una stima precisa. Tuttavia, dai primi dati che giungono dalle regioni si evince una situazione positiva in fatto di arrivi dall’estero, in linea con il 2012 (+3,5%), mentre persistono difficoltà sul versante domestico. I motivi possiamo li conosciamo tutti. Per questo siamo sempre più convinti che occorra fare molto di più per promuovere il Paese Italia nel mondo.
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