Ricevo dal presidente de “Le Famiglie dell’Amarone d’Arte” Marilisa Allegrini la seguente lettera che, volentieri, pubblico.
Caro Nicola Dante,
seguiamo con molto interesse il tuo blog “TerraNostra” su <ilsole24ore.com> e abbiamo apprezzato la recente analisi (articolo del 19 ottobre) che hai fatto sulla vendemmia 2014, di cui ti ringraziamo molto per l’azione di divulgazione e per l’attenzione che hai sempre riservato alla vitivinicoltura, settore nodale del made in Italy.
A proposito di Amarone, nella tua analisi si fa riferimento a due scuole di pensiero: una che ritiene sia un “azzardo” produrre il millesimo 2014, a seguito di una cattiva stagione e l’altra che, invece, ritiene sia possibile produrlo. A questo proposito “Le Famiglie dell’Amarone d’Arte” precisano che, a dispetto di profezie negative formulate anzitempo da talune fonti, fra settembre e ottobre le uve destinate all’appassimento per la produzione di Amarone e Recioto 2014 promettono di dare vini di buona qualità.
Pur riconoscendo che c’è stata un’estate particolarmente complessa in Valpolicella, come del resto è avvenuto in molte altre aree viticole italiane, dobbiamo anche constatare che la fase vendemmiale si è svolta in condizioni atmosferiche favorevoli, consentendo una raccolta certamente minore rispetto gli anni scorsi, ma di evidente e generale soddisfazione. Ciò è vero soprattutto per i vigneti di media e alta collina dove, se sorretto dall’intervento umano, severo e costante, il suolo calcareo fornisce un ottimo drenaggio assicurando alle viti il necessario equilibrio.
Le Famiglie dell’Amarone d’Arte, che si sono autodisciplinate con un codice rigoroso a garanzia della propria storia e della propria operatività, tengono a ricordare che le uve per l’Amarone sono caratterizzate dal processo di appassimento che le trasformerà, dopo un lungo, affascinante e inimitabile percorso, in vini di comune denominatore, ma assai diversi in rapporto all’annata, stile e identità dei singoli produttori.
All’opposto dei prodotti industriali standardizzati, il vino muta e risponde alle stagioni e noi dobbiamo lavorare in armonia con la natura, non contro di essa.
Non ci possiamo nascondere, del resto, che il viticoltore non può cambiare o controllare il clima, visto che siamo tutti sotto lo stesso cielo. Ma può usare tutta la sua antica esperienza, la sua antica arte e le nuove conoscenze per raccogliere i risultati migliori. È quello che abbiamo cercato di fare, contro ogni pessimismo. Certi che il millesimo 2014 ci regalerà un buon Amarone.
Con stima,
Marilisa Allegrini