Sport e buona tavola sono due formidabili catalizzatori di passioni, appetiti e plurimi interessi. Fattori antropologici che sono pane quotidiano per gli specialisti di marketing e responsabili commerciali impegnati nel creare campagne promozionali ad hoc per qualsivoglia impresa che intende lanciare o rilanciare un marchio, un prodotto o semplicemente rifare il make-up all’immagine aziendale.
Tra i percorsi più diffusi vi è la sponsorizzazione di un campione, di una squadra, di un evento sportivo che dir si voglia. Una pratica rodata che ben si addice per un’impresa attiva nella filiera alimentare, eppure con sfaccettature innovative e spazi ancora da esplorare.
Lo lascia intuire un recente contratto di lavoro in cui lo sponsor non si limita solo a dare una contribuzione al soggetto sponsorizzato, ma è anche datore di lavoro dell’atleta.
Protagonisti di questo accordo, che lascia intuire opportunità estensive anche ad altri campi di attività, sono da un lato il gruppo lattiero caseario ‘Brazzale 1784’ di Thiene, Vicenza: realtà produttiva e distributiva a capitale familiare tra i numeri uno nella produzione di latte, burro, formaggi freschi e stagionati tipici del made in Italy e, in particolare, dell’Altopiano di Asiago. Gruppo presieduto da Roberto Brazzale con 350 addetti, fatturato di 230 milioni di euro (comprese le attività produttive di Gran Moravia nella Repubblica Ceca), per il 25% maturato da export in una sessantina di paesi.
Dall’altro, la campionessa Laura Strati di Bassano del Grappa: un ricco curriculum che l’ha vista in passato protagonista in diverse discipline anche con i colori dell’Esercito, prima di approdare definitivamente al salto triplo e lungo, con sponsor Asics e poi Nike, allenata dal coach spagnolo Álvarez Ortiz. Per questo trasferitasi tre anni fa a Madrid.
Tutto bene fino al colpo di scena della passata estate, quando il Cio a causa della pandemia da Covid-19 ha rinviato le Olimpiadi di Tokio al 2021. Un contrattempo causato da un imprevisto sanitario dai risvolti ben noti e tragici in tutto il globo, con inevitabili problemi anche al mondo dello sport. E, va da sé, pure alla giovane atleta bassanese.
Personalità forte e ben determinata nel proseguire il programma di attività pianificato, la Strati, una volta rientrata in Italia ha continuato ad allenarsi al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti”, sotto la guida dell’ex campione del mondo di salto triplo Paolo Camossi. Ma, essendo scaduto il contratto con lo sponsor, ha dovuto guardarsi intorno.
Lo ha fatto imboccando la strada che meglio conosce, quella di casa. Ha quindi preso contatti con il vertice della società Brazzale e, con una buona dose di intraprendenza, ha proposto di impartire lezioni private di lingue, inglese e spagnolo, ai dipendenti della società. In cambio di sostegno economico finalizzato alla preparazione atletica.
La risposta non è tardata, ma con una controproposta altrettanto sorprendente che l’atleta non immaginava. Non la sola, visto che ci si trova di fronte a quello che può essere definto il primo contratto di lavoro dipendente fisso, seppure part time con specifica particolare, in ambito di accordi di sponsorizzazione in Italia.
Infatti, il presidente Brazzale, 58 anni e un figlio al suo fianco che rappresenta l’ottava generazione dalla fondazione dell’azienda, ha infatti offerto alla campionessa di salto in lungo un contratto di assunzione per una parte della giornata da svolgere in organico all’ufficio commerciale del gruppo. Lasciandole il resto del tempo per gli allenamenti, affinché l’atleta possa arrivare in piena forma alle preselezioni dei componenti che faranno parte della squadra azzurra a Tokio 2021.
Non c’è bisogno di aggiungere che questa offerta di lavoro ha trovato immediata accettazione da parte della Strati, che a questo punto si sente oltremodo tranquilla e prepararsi con la giusta concentrazione. Dichiarando a ‘TerraNostra’ che ce la metterà tutta “per conquistare il pass olimpico”. Che poi è anche “il nostro obiettivo”, ha ribattuto sorridente il nuovo sponsor e datore di lavoro.