<Io e i miei fratelli siamo pronti a trasferire l’azienda da Castelbuono (Sicilia) a Venasca (Piemonte). Da anni ci battiamo per poter disporre di nuovi spazi che ci permetterebbero di potenziare la produzione e offrire nuove opportunità lavorative. A Castelbuono, però, è tutto bloccato: l’ex area artigianale Sirap è in possesso del Comune da sei anni e abbandonata da oltre trenta, ma noi non riusciamo ad ottenere uno spazio per l’ampliamento della nostra azienda>.
Così il pasticciere Nicola Fiasconaro, presidente e titolare con i fratelli Martino e Fausto dell’omonima e nota impresa siciliana nel cuore delle Madonie, di ritorno dall’inaugurazione dell’area “produttiva ed ecologicamente attrezzata” di Venasca, in provincia di Cuneo. Una presenza non disinteressata la sua, visto che dall’amministrazione locale ha ricevuto l’offerta a considerare l’opportunità di poter investire in strutture produttive della cittadina piemontese.
Come interpretare la dichiarazione: una minaccia per scuotere l’immobilismo dei politici? O il preavviso di un progetto già ben delineato?
Domande a cui Nicola Fiasconaro, ormai sull’aereo che lo avrebbe portato in Sicilia, non ha potuto dare risposta. Ma il senso della dichiarazione era già un argomento noto al sindaco di Castelbuono Antonio Tuminiello (Giunta civica di area Centro-Pd) che, al telefono con il cronista, prende tempo e confida nel buon senso dell’imprenditore, suo concittadino.
<Conosco Nicola Fiasconaro – risponde Tuminiello -, stimo tutta la sua famiglia per quello che ha fatto, fanno e continuano a fare per il nostro territorio. Sicché non credo vogliano fare qualcosa del genere, sarebbe ingeneroso. Non so, magari stanno valutando opportunità di diversificazione dell’attività. Per certo c’è che i Fiasconaro sono operativi nella zona con due stabilimenti modello e mi risulta che abbiano fatto domanda di avere altre aree a disposizione>.
Una richiesta che lo stesso Nicola Fiasconaro già tempo fa ebbe a dichiarare in una intervista a chi scrive. Ma con un nulla di fatto da parte dell’amministrazione comunale. Di qui, forse, l’esasperazione e la decisione di guardare altrove.
Per esempio, a Venasca, in Piemonte, dove farebbero salti di gioia pur di avere un’impresa come quella siciliana (oltre 13 milioni di fatturato e quasi un centinaio di addetti), il cui nome si è imposto all’attenzione dei buongustai per linee di alta pasticceria, a cominciare dal panettone d’estate, le confetture e il dolce tipico del made in Sicily che in una manciata d’anni ha fatto il giro del mondo.
Un’impresa di gran nome e importante per l’economia non solo di Castelbuono. La Giunta castelbuonese deve averlo capito, finalmente, se, subito dopo l’esternazione del presidnete Fiasconaro, ha fatto sapere che “la variante della Zona artigianale di Castelbuono è stata approvata e giovedì prossimo, 22 settembre, è all’ordine del giorno del Consiglio comunale il piano insediamenti produttivi”.
Una conferma del fatto, che è quasi un misfatto, per cui se è vero che i tempi della politica non sono mai gli stessi dell’impresa, quando c’è volontà tutto è possibile. Vedremo come finirà questa storia.