Giornata triste per il vino italiano. Per la sua immagine e per tutte le persone, donne e uomini che hanno dedicato idee, tempo e denari per costruire pazientemente giorno dopo giorno il successo di un prodotto, il vino, di cui l’Italia oggi mena vanto ai quattro angoli della terra.
La storica Enoteca Italiana di Siena, con sede nella locale fortezza Medicea, prima e unica enoteca riconosciuta quale ente di Diritto pubblico sin dal 1933, è a rischio chiusura. Del suo futuro se ne parlerà domani in Consiglio comunale, chiamato a votare sugli indirizzi operativi dell’ente Mostra mercato nazionale dei vini di pregio.
La delibera adottata verrà poi portata sul tavolo dell’Enoteca e confrontata con quelle degli altri soci, tra cui Regione Toscana, Provincia e Camera di commercio di Siena.
Ancora poche ore per la scelta del Comune, anche se talune fonti ritengono possibile l’opzione peggiore. Ovvero lo scioglimento dell’ente, fatta salva la tutela occupazionale. Una ipotesi che trova credito nel fatto che il Piano di rientro del 2015 sostenuto dai soci dell’ente, non avrebbe consentito il raggiungimento di una nuova sostenibilità economica e finanziaria dell’Enoteca.
Messa così, la conclusione sarebbe la più impietosa per una istituzione benemerita il cui scopo, come recita lo Statuto fondativo del 1960, è (era) di ‘fare conoscere, valorizzare e promuovere i vini e la realtà vitivinicola nazionale’.
Un compito che l’Enoteca Italiana ha per lunghi anni saputo gestire al meglio, con idee e attività promozionali in Italia e nel mondo; partecipando a eventi e manifestazioni internazionali volte a rappresentare l’unicità valoriale dell’Italia.
Ecco la presenza a Casa Italia, in occasione di Olimpiadi e Campionati di calcio mondiali; ecco l’apertura di una sede distaccata a Shanghai, quale testa di ponte per la diffusione della cultura del vino anche nel grande paese asiatico. Per non dire della pubblicazione di libri e dispense: suo è il primo e unico Grande Atlante dei vini d’Italia, che descrive la mappa geografia della vitivinicoltura italiana.
Come unica e di grande impatto formativo è stata la creazione nei sotterranei della fortezza Medicea della mostra permanente rappresentativa dei vini di più di 1.500 aziende italiane, con tanto di riferimenti mirati sul contenuto di ciascuna bottiglia esposta.
Insomma, un motore di ricerca e diffusione della cultura del vino che l’Italia del dopoguerra non possedeva ancora. Che l’Ente Mostra mercato nazionale dei vini di pregio ha provveduto a svolgere con competenza stando al fianco di enti fieristici, prima tra tutti il VinItaly di Veronafiere. Ovvero aprendo le porte di casa alla nascita di iniziative come il Movimento del Turismo del Vino e Cantine Aperte firmate da Donatella Cinelli Colombini.
Se questa sarà come sembra probabile la decisione del Comune di Siena, essa rappresenta l’atto ultimo di una storia d’impresa finita in un vicolo cieco nel reperimento di finanziamenti (dopo la chiusura del rubinetto da parte del Monte dei Paschi di Siena, a sua volta travolto da cause ben più gravi). Triste epilogo che si sta scrivendo in questi giorni di una vicenda che è figlia di una politica dagli occhi bendati, che ha dimostrato di non avere idee e di essere incapace di progettare il futuro. Una politica che non sa, non ha intenzione di sapere o non vuole sapere come si guarda oltre il proprio giardino.