“Passa il tempo che non ti accorgi”, dice solitamente il più adulto al giovane. Però se bevi birra campi a lungo. Addirittura cent’anni, “garantiva” lo slogan coniato dall’industria della birra italiana per una delle prime, se non addirittura la prima campagna pubblicitaria collettiva fatta nella Penisola.
Erano gli anni Trenta del secolo scorso, in pieno Ventennio. Allora non esistevano fasce protette, tant’è che lo stesso slogan pubblicitario continuava sostenendo che la birra “è indicata anche alle donne, vecchi e bambini”. Vallo a dire oggi …
Poi dopo la guerra è arrivata la Tv, con Carosello e altri messaggi promozionali. Opportunamente utilizzati. Una vera e propria sfida nel paese del vino. Ma come la bevanda di Bacco, altrettanto naturale negli ingredienti – è fatta di acqua, malto di grano, lievito e luppolo – e dai Sumeri in giù sempre con la stessa ricetta. Quella stessa naturalità insita nel messaggio di Renzo Arbore che, con voce rassicurante e l’approccio birbante per la bionda compagna di spot, enunciava: “birra…, e sai cosa bevi. Meditate gente, meditate!”.
Erano gli anni Ottanta di trent’anni fa, le industrie della birra erano una ventina e gli italiani ne consumavano mediamente meno di venti litri a testa. Trent’anni dopo, ecco la nuova campagna pubblicitaria collettiva, che arriva in un mondo che è molto cambiato rispetto ad allora. A cominciare dallo spaccato produttivo, fatto di poche industrie e grandi marchi che controllano il 90% della produzione, convivere con una miriade di micro imprese artigianali. E questo, in un contesto economico generale tutt’altro che facile e consumi di birra mediamente intorno ai 30 litri, con la domanda maschile vicino a 45 litri e quella femminile attestata sui 14, nonostante siano quasi 7 milioni le italiane tra i 18 e i 35 anni a cui piace la birra.
Sono proprio loro, le donne, il soggetto principale (e non solo) a cui si ispira la nuova campagna pubblicitaria collettiva “Birra, io t’adoro”. Campagna che arriva, appunto, dopo trent’anni dalla precedente, e che, come ha sostenuto il direttore di Assobirra Filippo Terzaghi, presentando il nuovo messaggio in rampa di lancio, <si prefigge l’obiettivo di fare cultura di prodotto, promuovendo un consumo responsabile, nonché sfatare alcuni luoghi comuni, tipo ‘la birra fa ingrassare’, che tuttora erroneamente persistono>.