Ferrero, il Giandujot e la ricostruzione dello stabilimento di Alba dopo l’inondazione del ’94

Ferrero MicheleMichele Ferrero, presidente e fondatore dell’omonimo gruppo dolciario di Alba è morto ieri a 89 anni nella sua casa di Montecarlo, dove risiedeva da lungo tempo. Lascia la moglie Maria Franca e il figlio Giovanni, amministratore delegato del gruppo. L’altro figlio, Pietro, è deceduto in Sud Africa nel 2011.

Il cronista lo ha conosciuto un giorno di molti anni fa, invitato nella sede di Alba a un pranzo “informale”, propiziato non per parlare di business ma delle innumerevoli iniziative benefiche che l’azienda e la famiglia del fondatore hanno sempre rivolto al sociale, alla cultura, alla crescita del territorio.

Invece quel giorno, tornato in redazione, raccontai più che altro di Nutella, di Rocher, di ricerca, di nuovi prodotti, di investimenti. Cose pertinenti scrivendo di un marchio, di un gruppo tra i leader mondiali del settore dolciario che ha sempre tenuto i conti in ordine e chiuso i bilanci con il segno più, ma che il vertice dell’azienda ha sempre limitato a pochi e scarni comunicati. Per un attimo temetti che, in seguito, da Alba non mi sarebbero più arrivate notizie, e men che meno inviti. Mi sbagliavo. È accaduto l’esatto contrario.

Gli anni mi hanno fatto capire che questo succede sempre quando le imprese sono guidate da persone illuminate. Come Michele Ferrero.

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L’articolo che segue racconta l’azienda Ferrero partendo da una vicenda grave, quale fu l’esondazione del Talloria che nell’autunno del 1994 inondò sotto una coltre di acqua e fango lo stabilimento di Alba. Si tratta di un estratto dal libro“Eurotavola, la rivoluzione alimentare di fine millennio” che ho dedicato alle famiglie e ai protagonisti che hanno fatto la storia dell’impresa alimentare italiana edito nel 1999 nella collana “Studi” da “Il Sole-24Ore Libri”.

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La crema di Gianduja che ha reso dolce la vita

“Autunno 1994, il Piemonte da molti giorni è sotto la pioggia battente; gli argini di fiumi e torrenti non reggono all’impeto delle acque melmose, che straripano e cancellano interi paesaggi. Anche il Talloria, torrentello tributario del Tanaro che lambisce Alba, tracima. L’alluvione provoca danni enormi a persone e cose.

Alba, una ventina di chilometri a sud di Asti, non è una città qualsiasi: è la terra del vino dei re, il Barolo, ed è la patria di Ferrero, l’industria dolciaria italiana  più famosa nel mondo. …

L’alluvione ha colpito in pieno il grande e moderno stabilimento Ferrero. Non pochi osservatori esprimono timori sul futuro dell’impianto. Qualcuno teme il peggio per l’economia locale. Invece, nonostante le difficoltà, nessun curioso che arriva in città trova le porte sbarrate. Anzi, si rende conto che gli unici a non disperare sono proprio loro, i più colpiti: cioè l’azienda e la città intera, che si sono rimboccate le maniche senza attendere aiuti miracolosi. Alla stessa stregua di quanto era già accaduto nel settembre del 1948.

<Anche allora lo stabilimento finì sotto una coltre di un metro e mezzo di acqua e fango> … di questa azienda guidata da giovani: da poco tempo, infatti, al vertice del gruppo siedono i figli di Michele Ferrero, Pietro e Giovanni. E come … (allora)…, anche nel 1994 sono bastati pochi giorni per rimettere in marcia le strutture …

È Pietro Ferrero, classe 1898 da Farigliano di Cuneo, che inventa il Giandujot e fonda l’azienda nel 1946; è suo figlio Michele che ne segue l’esempio innovativo e fa dell’arte dolciaria artigianale una scelta di consumo accessibile a tutti …

Pasticciere a Dogliani, Alba, Torino negli anni prima della seconda guerra mondiale, Pietro Ferrero si trasferisce nel 1942 con la moglie Piera Cillaro e il figlio Michele definitivamente ad Alba, dove apre un laboratorio di pasticceria …

All’epoca … il cioccolato era un prodotto di élite: il suo mercato era ristretto e saldamente nelle mani di alcuni marchi prestigiosi. L’idea-chiave del primo grande successo Ferrero è stata quella di ridurre il costo del cioccolato, facendolo diventare un bene di largo consumo: nasce così la pasta di Gianduja o Giandujot, un dolce fatto di cacao, burro di cocco, zucchero, latte e nocciole con <un eccezionale rapporto qualità-prezzo che permise di praticare un listino di vendita inferiore di circa un quarto rispetto a quello del cioccolato>. È grazie al Giandujot che Ferrero mette le ali …

La scomparsa di Pietro nel 1949 e di Giovanni nel 1957 creò qualche disturbo nella politica di crescita dell’azienda, ma si trattò di una pausa assai breve: il tempo necessario affinché il giovane Michele, sostenuto dalla madre, si insediasse al timone dell’azienda. E adottasse scelte rivoluzionarie per … (obiettivi e gestione aziendale)>.

<La prima strategia … (porta alla) conquista di una  nuova fascia di consumatori … (di alta fattura…). Contemporaneamente, Michele Ferrero mette in pista una politica di ricerca di prodotti-specialità innovativi, di non facile riproduzione per la concorrenza, e ciascuno con un’immagine del tutto autonoma … Ogni prodotto ha un suo marchio, una sua comunicazione, un suo consumatore tipo. Ne consegue che il successo dell’uno (diventa) il successo dell’azienda nel suo insieme…”

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Successo che continua con risultati solidi – i bilanci degli ultimi anni lo confermano – anche sotto la guida della terza generazione Ferrero.

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